cuoio, industria della lavorazione del
Processi produttivi di lavorazione mediante i quali si trasforma la pelle degli animali in c., rendendone impermeabili e imputrescibili le fibre di cui è formato il derma della pelle stessa.
La lavorazione, definita concia, si compie attraverso diverse fasi che comprendono la preparazione della pelle – mediante operazioni di lavatura, depilazione, scarnatura e macerazione, aventi lo scopo di liberare il derma dalle parti non necessarie –, la concia propriamente detta – mediante l’impiego di sostanze diverse secondo il tipo di c. o di pelle che si vuole ottenere (c. al tannino, per c. da suole; c. al cromo, per tomaie; c. all’allume, per pelli da pellicceria e da guanti; c. all’olio, per scamosciati) –, la rifinitura e la lucidatura.
Si distinguono a seconda del grado di lavorazione della pelle, i c. semigreggi, che sono pelli conciate non rifinite ma semplicemente seccate dopo la concia, e i c. rifiniti, che sono quelli del comune commercio. A seconda della consistenza e degli usi si distinguono anche i c. forti o pesanti da quelli molli o leggeri (detti, comunemente, pelli). Nel complesso, la lavorazione restituisce un prodotto industriale intermedio, che può trovare impiego nei settori a valle dell’industria dei beni di consumo. Fra questi i più importanti sono i settori delle calzature, degli indumenti, dei mobili e dei prodotti per autoveicoli.
Secondo i dati 2010 dell’UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria), il settore dell’industria del c. è particolarmente concentrato a livello territoriale, con oltre il 79% delle imprese localizzate in due regioni (Veneto e Toscana). Gran parte della produzione (il 49,4%) è destinata al settore delle calzature, il 18,1% alla pelletteria e il 17,3% all’arredamento. Gli stessi dati hanno registrato 1330 imprese operative nel settore, per un totale di 18.161 addetti e 4285 milioni di euro di produzione (+18% rispetto all’anno precedente).