eolica, industria
Insieme degli operatori presenti nella produzione di energia e. (➔ anche rinnovabili, fonti), nella costruzione e installazione di impianti e. e in altre attività complementari.
L’industria e. ha mostrato una crescita molto sostenuta a partire dai primi anni 1990, sia in Italia e in Europa, sia oltreoceano, in quanto basata su una fonte di energia rinnovabile, abbondante, ampiamente distribuita, pulita e senza emanazione di emissioni nocive per l’ambiente e la salute. A fine 2010, secondo le stime del Global Wind Energy Council (GWEC), la potenza installata di impianti e. era di 5797 MW in Italia, di 84.074 MW in Europa (27 Paesi) e di 194.390 MW nel mondo. Quest’ultimo valore si è più che decuplicato negli ultimi 10 anni. La Germania, con 27.214 MW, è il primo Paese europeo per potenza installata, secondo solo alla Cina e agli Stati Uniti; l’Italia è al sesto posto (terzo in Europa), preceduta da Germania e Spagna. Secondo la European Wind Energy Association (EWEA), la quota stimata di consumi di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili è del 3,4% in Italia e del 5,3% in Europa. Tale quota è destinata ad aumentare entro il 2020 in vista del raggiungimento dell’obiettivo del 20% medio in Europa (il 17% per l’Italia) dei consumi finali totali di energia primaria fissato nella direttiva 2009/28/CE. L’Unione Europea ha previsto che il consumo dell’energia elettrica della UE al 2020 sia coperto per il 34% dalle fonti rinnovabili e per circa il 12% dalla sola energia eolica. Lo sfruttamento delle risorse e. offshore (impianti istallati in mare o nei laghi per sfruttare la maggiore esposizione alle correnti) è una specifica priorità della UE.
Le tecnologie legate alle moderne turbine e. sono state sviluppate a partire dalla seconda metà degli anni 1970, con l’avvio dei programmi di ricerca nazionali dei vari Paesi industrializzati sulle fonti rinnovabili, a seguito della crisi petrolifera del 1973. L’attuale sviluppo tecnologico degli impianti e delle centrali e. (turbine e altre componenti) è finalizzato a ridurne i costi e ad aumentarne l’efficienza. I costruttori delle turbine e. installate in Italia sono prevalentemente stranieri. Il costo capitale delle centrali e. di produzione di energia dipende da fattori quali l’accessibilità dei luoghi di installazione, che incide sui costi di trasporto, l’installazione, la connessione alla rete elettrica, l’operatività e la manutenzione, e dai tempi e costi delle procedure autorizzative. In relazione a questi ultimi fattori, il costo in Italia è generalmente più elevato che in altri Paesi. Il fatturato del comparto e. italiano si è attestato nel 2010 a 1,7 miliardi di euro, con un numero di occupati pari a 67.010 unità, secondo le stime dell’Associazione Nazionale Energia del Vento (➔ ANEV).
Le centrali minieoliche e microeoliche sono impianti di piccola taglia, che utilizzano generatori di altezza inferiore a 30 metri, sino alla potenza di 100 kW, i quali riescono a sfruttare venti sia deboli sia forti, adatti a un uso domestico o per integrare il consumo elettrico di piccole attività economiche. Hanno il vantaggio di non richiedere necessariamente il collegamento alla rete elettrica, anche se il prezzo di installazione risulta più elevato. Lo sviluppo del settore è legato alle politiche di sostegno messe in atto dai governi nazionali, sotto forma di incentivi e semplificazione delle procedure amministrative riguardanti l’iter autorizzativo e la connessione alla rete elettrica.
In virtù delle positive esternalità ambientali che genera, l’industria e. è oggetto di politiche di sostegno e incentivazione (come il sistema basato sui cosiddetti certificati verdi), motivate anche dal maggiore costo che ne renderebbe antieconomico l’impiego. Con il d. legisl. 28/2011, adottato in attuazione della direttiva 2009/28/CE, sono stati definiti nuovi strumenti, meccanismi e incentivi fino al 2020.
Nonostante l’energia e. sia una delle forme di conversione dell’energia più compatibili con l’ambiente, non vanno sottaciuti alcuni impatti sui territori di localizzazione degli impianti. Tra questi si segnalano, in particolare, l’impatto estetico degli aerogeneratori che, in alcuni luoghi di pregio paesaggistico o densamente popolati, risulta difficilmente accettabile; l’impatto acustico, legato al rumore delle macchine/pale in movimento nelle immediate vicinanze; l’impatto elettromagnetico. Tuttavia, l’impiego di tecnologie innovative e il rispetto di norme tecniche, procedure e protocolli specifici possono mitigare tali impatti.