Vedi INDUSTRIA dell'anno: 1973 - 1995
INDUSTRIA (v. s 1970, p. 375)
Sono proseguite le indagini nella zona archeologica della città romana fondata nel 123 a.C. e abbandonata nel IV-V sec. d.C. Nuovi elementi per lo studio dell'organizzazione urbanistica e della successione delle fasi di utilizzo dell'area sacra dell’esèion, sono risultati dalle campagne di scavo condotte nel 1973-1977 e dal 1982 in poi a opera della Soprintendenza Archeologica del Piemonte.
Varî saggi hanno consentito di delimitare l'area archeologica, che ha una forma quasi quadrata di c.a 400 m di lato. L'impianto urbano è quello di una «piccola città» di estensione molto minore p.es. di Augusta Taurinorum o Hasta e, per quanto risulta allo stato attuale delle ricerche, priva di mura o di strutture difensive che abbiano lasciato traccia sul terreno. Altri sondaggi hanno consentito di accertare che l'attuale Strada Provinciale 505 ricalca il cardine massimo della città antica e ciò ha permesso di recuperare planimetricamente alcuni rilievi di vecchi scavi, da cui è evidente una maglia urbanistica regolare, organizzata per isolati di forma rettangolare allungata in senso E-O, di m 40 x 70 e separati da ampie strade acciottolate, sotto le quali sono presenti condotti fognari convergenti verso la naturale pendenza dell'alveo del Po.
Lo scavo archeologico è stato notevolmente ampliato soprattutto a E e S dell'area sacra e ha chiarito che il tempio di età adrianea si inserì in un insieme coerente di strade ed edifici: era infatti fiancheggiato, a S, forse dal decumano massimo e a E da un'ampia strada porticata. Questi assi di percorso delimitavano insulae di case di abitazione, caratterizzate da tabernae e botteghe artigiane affacciate sulle strade principali, fronteggianti la zona degli edifici sacri. Il rilievo e il posizionamento esatto di tutte le strutture attualmente in luce hanno infatti evidenziato la posizione centrale rispetto a un isolato di dimensione anomala di un'imponente costruzione in tecnica mista (ciottoli alternati a corsi laterizî) da sempre identificata come «torre» o fortificazione, in realtà da interpretare come un tempio, con pronao e scalinata di accesso rivolta a E, unica cella e breve opistodomo. L'edifìcio era circondato - almeno sui lati S e O - da una serie di strutture organizzate per piccoli ambienti disposti paratatticamente, tra i quali ê un cortiletto con pozzo e una fontana a esedra. Questo nucleo architettonico potrebbe consentire di avanzare con cautela l'ipotesi, visti i confronti con i vani di servizio annessi all’esèion di Pompei e soprattutto a quello di Sabratha, che il tempio e i vani adiacenti, databili in età augusteo-tiberiana, si possano interpretare come il primo nucleo dell'area sacra dedicata a Iside.
La diffusione del culto potrebbe essere stata promossa o agevolata da C. Avilius Gavianus, patrono del municipio all'inizio del I sec. d.C. (CIL, V, 7478): è noto infatti che la ricca famiglia degli Avilii, già attestata a Delo, fu attiva in quest'epoca nell'industria mineraria, che richiedeva grande mano d'opera servile.
In età neroniana-flavia la città ricevette un nuovo impulso edilizio e furono completati gli isolati fronteggianti l'area sacra, caratterizzati da tabernae e botteghe artigiane affacciate sugli assi stradali porticati. Il grande tempio a emiciclo, da interpretare come Serapèion visti i puntuali confronti con il Serapeo del Campo Marzio e con il Canopo di Villa Adriana, si inserisce dunque come sistemazione monumentale, a Ν del primo edificio sacro, tra impianti di tipo artigianale e commerciale; contestualmente vengono demoliti gli annessi del tempio più antico e i vani di servizio vengono riorganizzati e ampliati a O del perimetro del nuovo edificio. Il primo tempio si trova così al centro di una vasta area libera delimitata sui lati S e O da due corridoi di accesso, dròmoi, che permettevano l'ingresso al cortile centrale del tempio a emiciclo. Nel II e III sec. d.C. sono attestate infatti le più significative testimonianze del culto isiaco a I., soprattutto bronzetti e iscrizioni: la caratteristica produzione di ex voto e altri oggetti in bronzo è stata confermata anche dai recenti rinvenimenti, come un bronzetto di Iside Fortuna, una applique raffigurante Giove Ammone, varí frammenti di statue di bronzo tra cui un elemento di balteus e una testa-ritratto, frammenti di cornici e instrumentum.
I dati stratigrafici dello scavo sembrano indicare concordemente un'occupazione dell'area fino al IV-V sec. senza ulteriori modifiche di rilievo; allo stato attuale delle ricerche, parrebbe logico collegare la decadenza di queste attività commerciali alla distruzione del tempio pagano, avvenuta nel IV sec. e allo stabilirsi in zona di una delle più antiche comunità cristiane.
Si segnala inoltre la presenza di tombe altomedievali sui resti dell'area sacra pagana.
Bibl.: N. Genaille, Documents egyptisants au Musée des Antiquités de Turin, in RA, 1975, 2, pp. 227-250; A. Ceresa Mori, Industria: campagne di scavo 1974-1977, in BdA, LXIV, 1979, 2, pp. 61-69; G. Bacci Spigo, Ceramiche romane da Industria, ibid., pp. 70-82; E. Zanda, Industria, in La città nell'Italia Settentrionale in età romana. Atti del Convegno, Trieste 1987, Trieste-Roma 1990, pp. 563-578. - Relazioni degli ultimi scavi sui Notiziari, in QuadAPiem, I-X, 1981-1991.
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