INFANTILISMO (dal lat. infans "infante")
Si designa così quello stato di deficiente sviluppo dell'organismo che consiste nella persistenza, in un soggetto il quale ha già superato l'epoca della pubertà (14-18 anni) di forme, proporzioni, dimensioni del corpo e caratteri psichici che sono proprî dei periodi di sviluppo antecedenti alla crisi pubere, cioè della prima o seconda o terza infanzia. Secondo N. Pende si può parlare d'infantilismo in senso stretto, se le forme corporee corrispondono proprio a quelle del bambino (1ª infanzia), di puerilismo se corrispondono a quelle del fanciullo (2ª infanzia), di prepuberismo se corrispondono a quelle dell'adolescente nel periodo prepuberale, che precede d'un paio d'anni la comparsa dei caratteri sessuali secondarî. L'infantilismo, può essere totale o universale, o parziale, prevalentemente somatico o prevalentemente psichico: può essere anche esclusivamente somatico, senza ritardo o arresto di sviluppo mentale; ma in ogni caso devono mancare i caratteri dello sviluppo sessuale che compaiono per la crisi della pubertà.
Alcuni parlano anche d'infantilismo e puerilismo puramente psichico, ma poiché in questi casi lo sviluppo organico e sessuale è normale, manca il fondamento sintomatico dello stato morboso che caratterizza l'infantilismo, ed è meglio parlare d'ipoevolutismo psichico. Così è un abuso di termine e di concetto parlare d'infantilismo, quando il soggetto ha lo sviluppo generale e la conformazione generale del corpo (peso, statura, muscoli, ecc.), nonché lo sviluppo psichico come l'adulto, anzi talvolta ha statura gigantesca, ma presenta un arresto dello sviluppo sessuale allo stadio infantile. In questi casi non si può scambiare un tale individuo con un vero fanciullo, come può avvenire nel caso del vero infantilismo, e perciò si tratta d'un ipogenitalismo, d'un ipoevolutismo sessuale in un soggetto adulto, o in un gigante (gigantismo ipogenitale). Infine occorre distinguere il vero infantilismo dal nanismo; questo difatti può essere associato a perfetto, anzi esagerato sviluppo sessuale, e quindi è fondamentalmente diverso dall'infantilismo.
Le varie forme cliniche dell'infantilismo, intese nel senso sopra esposto, dipendono dal meccanismo genesico di questo stato morboso, e soprattutto dalla differente partecipazione al processo di questa o quella ghiandola endocrina; poiché risultano assai rari i casi d'infantilismo in cui non si può dimostrare (il che non significa che manchi) un'alterazione del sistema endocrino.
Così si può distinguere una forma d'infantilismo universale somatico senza evidente incompletezza di sviluppo intellettuale: alcune volte il soggetto appare eccessivamente grasso, e con una distribuzione del grasso più accentuata intorno ai seni, sopra la sinfisi pubica, sui contorni del bacino, alle cosce: la faccia di questi infantili è piuttosto bella, con naso piccolo, corto e stretto (adenoidi presenti di regola), con bocca piccola, circolare, con occhi tondi vivaci, sopracciglia povere di peli, denti spesso piccoli e sovrapposti, soprattutto nelle mandibole. Questa forma d'infantilismo è dovuta a un'insufficiente funzione della ghiandola ipofisaria nelle sue due porzioni, anteriore e posteriore, o è dovuta a una lesione combinata dell'ipofisi e della regione basale vicina del cervello o regione infundibolare. Accanto a questa forma d'infantilismo adiposo ipofisario o neuroipofisario conosciamo un'altra forma, in cui invece il soggetto infantile è assai magro: le proporzioni del corpo in questo caso possono essere simili a quelle che si hanno nella crescenza umana nella crisi prepuberale, cioè gambe e braccia eccessivamente lunghe in confronto della lunghezza del tronco, genitali di forma e dimensioni d'adolescente piuttosto che di bambino; lo sviluppo mentale può essere integro. Qui si tratta spesso d'una alterazione più localizzata della pituitaria, cioè limitata al lobo anteriore, deficienza ipofisaria anteriore che porta con sé un impedito sviluppo puberale della ghiandola sessuale. Oltre queste due forme d'infantilismo ipofisario conosciamo un infantilismo d'origine tiroidea o prevalentemente tiroidea, dovuto cioè a insufficiente funzione della ghiandola tiroide durante la crescenza. Lo si riconosce dalla fisionomia brutta, talvolta contrassegnata da qualche tratto animalesco della faccia, talvolta grinzosa, e del cranio, con l'occhio stupido, piccolo, talvolta come sepolto in mezzo a due palpebre tumide, la bocca tumida, larga, grossolana, la lingua tendente a rimanere protrusa in mezzo ai denti, il naso largo e tozzo e come trilobato, i capelli setolosi, il collo tozzo e corto, tutto il corpo tozzo con l'addome largo, sfiancato e protruso spesso in avanti come ventre di rospo, gli arti tozzi, le mani e i piedi grassi, bluastri, freddi. I denti sono mal conformati, facilmente cariosi: persistono indefinitamente i denti di latte o si mutano assai tardi. Questi infantili possono apparire esseri quasi esclusivamente vegetativi, e dal lato psichico apatici e con intelligenza e linguaggio e motilità più o meno gravemente colpiti nello sviluppo, il che li distingue dagl'infantili per insufficienza ipofisaria, che invece sono intelligenti e iperemotivi. Vicino a questa forma d'infantilismo tiroideo, ma da non confondersi con esso è l'infantilismo mongoloide o mongolismo, in cui s'osserva come carattere distintivo la forma a mandorla degli occhi con la plica nell'angolo interno, di più un arresto di sviluppo generale del cranio che è estremamente corto, ultrabrachicefalo, e una grave irrequietezza motoria e cerebrale, per cui questi infantili mongoloidi non stanno mai fermi e non sono capaci di concentrare un momento l'attenzione sugli oggetti. In questi infantili mongoloidi si può osservare però assai spesso, a un certo periodo della crescita, uno sviluppo perfino eccessivo dell'apparato sessuale, mentre lo sviluppo mentale rimane sempre gravemente colpito. In questa forma si tratta d'un'alterazione cerebrale combinata con alterazioni ghiandolari. Anche l'insufficienza d'altre ghiandole endocrine può dare una forma d'infantilismo generale somatico, più raramente somatico e psichico allo stesso tempo: così un'insufficiente funzione delle ghiandole surrenali o del pancreas, secondo alcuni anche della milza o del timo, durante l'infanzia, può determinare grave ritardo o mancanza di sviluppo della pubertà. Così potrebbe avvenire anche, secondo alcuni, ma non è ben dimostrato, per un vizio di cuore che si sviluppi nella fanciullezza (il cosiddetto infantilismo cardiaco). In tutte queste forme domina la povertà nutritiva generale, la magrezza, la cachessia dell'individuo colpito, mentre è relativamente poco colpito lo sviluppo mentale.
Le cause delle varie forme d'infantilismo qualche volta ci sfuggono, altre volte debbono ricercarsi nella trasmissione ereditaria d'una insufficienza tiroidea o ipofisaria o plurighiandolare dai genitori ai figli, insufficienza che può essere attenuata e appena riconoscibile nei genitori e può aggravarsi nei discendenti. Altre volte sono cause che offendono le ghiandole endocrine nell'infanzia, come alimentazione insufficiente soprattutto per povertà di vitamine, di lipoidi e grassi animali, di cui le ghiandole endocrine hanno bisogno per formare le loro secrezioni. E impedendo a queste vitamine e lipoidi alimentari d'essere assorbiti e assimilati, possono agire anche nella genesi di certi infantilismi i catarri intestinali gravi e prolungati dell'infanzia e le alterazioni del pancreas. Altre volte si tratta d'infezioni, quali soprattutto la sifilide congenita, e le forme attenuate, subdole, latenti, sclerosanti della tubercolosi infantile. Talvolta traumi sul capo possono offendere l'ipofisi. Infine nelle regioni ove domina il gozzismo endemico possono osservarsi per questa ragione infantilismi tiroidei. Anche abusi alimentari e di alcool nei fanciulli possono condurre ad alterazioni di funzionalità della tiroide, dell'ipofisi, delle ghiandole sessuali, e a infantilismo.
La cura degl'infantilismi è fondata soprattutto sull'uso appropriato di quelle ghiandole endocrine che appaiono più responsabili del processo morboso. N. Pende ha ottenuto anche provocazione di pubertà in parecchi casi d'infantilismo e guarigione della malattia con l'innesto plurighiandolare. Anche l'opoterapia deve essere di regola plurighiandolare e continuata assai a lungo.