infiammare (inflammare)
Il verbo ricorre sempre in poesia, e sempre con valore figurato, tranne che in Rime CI 33 dove, tra gli esempi di cose impossibili, è quello che il legno molle e verde / s'infiammi, " prenda fuoco " (intransitivo pronominale).
In Rime CIII 75 li occhi, ond'escon le faville / che m'infiammano il cor, LXIX 6 de gli occhi suoi gittava una lumera, / la qual parea un spirito infiammato, e Vn XIX 12 52 De li occhi suoi... / escono spirti d'amore infiammati, i. si ripete (transitivo nel primo caso, participio passato aggettivale negli altri due) nel contesto di uno stesso modulo stilnovistico: l'amore, ispirato dallo sguardo della donna, " incendia " il cuore. In Rime dubbie XIX 2 è Amor, che 'nfiamma ciascun suo servente.
In Pd III 52 Li nostri affetti, che solo infiammati / son nel piacer de lo Spirito Santo, a suscitare le fiamme simboliche è l'" ardore della carità... imperò che [li nostri affetti] altro desiderio non hanno, se non di piacer allo Spirito Santo " (Buti); " Sono infiammati et ardenti nel piacere allo Spirito Sancto " (Landino). Lo stesso valore ha il verbo in Pd XII 143 (l'ardore di carità ha reso infiammata la cortesia di s. Tommaso) e XXV 130, dove l'infiammato giro è la " corona luminosa " formata dai tre apostoli, la cui ardente carità si manifesta in splendore di luce. In Pd XXX 70 è il desiderio di conoscenza che infiamma e urge, " accende e sprona " D. a chiedere spiegazione di ciò che vede.
Altre volte i. suggerisce immagini luminose: in Pd XXXI 125 quivi [a levante]... più s'infiamma (intransitivo pronominale), è riferito a quella parte del cielo " serenior et lucidior parte occidentali " (Benvenuto), mentre sta per sorgere il sole (è da notare la rima difficile infiamma con oriafiamma oltre che con fiamma); n Pg XVIII 80 quelle strade / che 'l sole infiamma, " rende del colore rosso della fiamma ", l'espressione indica la parte del cielo percorsa dal sole " quando chi è a Roma lo vede tramontare fra la Sardegna e la Corsica " (Casini-Barbi).
Nella similitudine di Pd XXIII 123 per l'animo che 'infin di fuor s'infiamma (intransitivo pronominale: " explicat se per apparentiam exteriorem ", Benvenuto; " s'infiamma tanto d'affetto d'entro, che l'affetto mostra di fuora ", Buti), la luce e il calore di gioia visibilmente traspaiono sul viso del bambino mentre tende le braccia alla madre.
Nelle parole di Pier della Vigna (If XIII 67-68), il verbo, ripetuto tre volte (due volte con costrutto attivo, e una volta al participio passato con valore sostantivale) per accentuare la forza dell'immagine, ha il senso traslato di " eccitare ", " istigare ": l'invidia infiammò contra me li animi tutti; / e li 'nfiammati infiammar sì Augusto, / che ' lieti onor tornaro in tristi lutti.