infinito
Aggettivo (sostantivato solo in Cv IV IX 3 infinito comprende); è riferito, in una prima serie di esempi, a numero o quantità, e in un secondo gruppo a Dio.
È opportuno ricordare che già nella cultura di lingua greca il termine i. (ἄπειρον) ha avuto una duplice accezione: una, negativa, indica la mancanza di forma e determinazione, quindi di perfezione e compiutezza; così per Aristotele i. è la materia, non la forma, è la potenza, non la sostanza attualmente data: è proprietà nel numero, che si accresce all'i. (cfr. Metaph. XI 10; Phys. III 5); l'altra, che si fa strada lentamente, riconosce a i. un valore positivo concependolo come attributo dell'assoluto; esso si afferma con la scuola di Alessandria (cfr. Clemente Strom. V 12, 81-82) con il neoplatonismo (cfr. la polemica di Nicola di Metone contro Proclo: non ogni essere consta di un finito e i., ma i. [ἄπειρον] è solo Dio: Refutatio Institutionis theologicae Procli Platonici, ediz. J. Th. Voemel, Francoforte s.M. 1825, 117) e quindi con la patristica (cfr. s. Basilio Adv. Eunomium I 7, che enumera tra gli attributi di Dio quello d'i.). Così la tradizione neoplatonica s'incontra con quella biblica e cristiana, per la quale i. indica l'assoluta perfezione divina; sul piano della giustificazione concettuale dell'attribuzione del termine a Dio, il problema è posto con particolare interesse all'interno della tradizione della teologia negativa nella linea indicata dal corpus delle opere attribuite a Dionigi Areopagita.
D. stesso osserva che 'l numero, quant'è in sé considerato, è infinito, e questo non potemo noi intendere (Cv II XIII 19). Al numero come quantità i., impossibile a giugnere (III XV 9) e perciò " innumerabile ", si riferiscono Rime CVI 73 'l numero... / che 'nfinito vaneggia (pari alla locuzione ‛ in i. ' di Cv I III 9 e così in infinito [la fama] si dilata); Rime dubbie XXVI 14 anti più d'infinite [virtù] ed altrettante; Cv I XI 5 li ciechi [denigratori del volgare] sopra notati... sono quasi infiniti; II XIII 17 questa [la continuitade] ha in sé ragione di numero infinito (cfr. Arist. Phys. VIII 8, 263a 23 ss.); IV V 13 infinita quasi moltitudine d'oro. A questa serie si aggiunga If IV 9 'ntrono accoglie d'infiniti guai.
L'altro i. " secundum qualitatem " è Dio nel suo essere e nei suoi attributi, colui che da nulla è limitato... che solo con la infinita capacitade infinito comprende (Cv IV IX 3), " inaccessibile " nella sua essenza (Pg III 35 possa trascorrer la infinita via), " incommensurabile " nella sua bontà (v. 122 la bontà infinita ha si gran braccia) e nella sapienza (Pd XIX 45 che 'l suo verbo / non rimanesse in infinito eccesso), e " assoluta " perfezione: XXXIII 81 i' giunsi l'aspetto mio col valore infinito. Quest'idea nella forma più comprensiva si compendia nella definizione di Dio come infinito e ineffabil bene (Pg XV 67) e quel bene / che non ha fine e sé con sé misura (Pd XIX 51).