infiorarsi
Ricorre cinque volte nel Paradiso. Per il rapporto analogico tra i. e ‛ adornare ', la forma verbale è chiamata a coprire con bell'effetto quest'ultimo campo semantico, in X 91 Tu vuo' saper di quai piante s'infiora / questa ghirlanda, XIV 13 Diteli se la luce onde s'infiora / vostra sustanza, rimarrà con voi (in entrambi i casi in rima), e XXV 46 se ne 'nfiora / la mente tua. Più complesso è il figurato in XXIII 72 Perché... tu non ti rivolgi al bel giardino / che sotto i raggi di Cristo s'infiora?, che, ancora in rima, trova il verbo impegnato in una transumptio ben delineata dal Buti: " Finge l'autore Cristo, stante più alto come uno Sole, spargesse et infundesse li suoi raggi sopra li beati: e come lo Sole fa aprire et ulimire li fiori; così li raggi di Cristo, che sono le grazie e li ardori della carità che sparge sopra li beati, fa gloriosi li beati ".
In XXXI 7 come schiera d'ape che s'infiora / una fïata e una si ritorna / là dove suo laboro s'insapora.., la forma designa, con probabile neologismo tutto dantesco (sul conio di ‛ inmiarsi ', ‛ intuarsi ', ecc.), il " profondarsi ne' fiori " (Scartazzini) delle api. Questa interpretazione, accettata dalla maggioranza dei moderni, non compare negli esegeti più antichi, pronti a chiosare un generico " si pasce di fiori " (Ottimo, Anonimo) " o si posa sui fiori " (Benvenuto, Buti, Landino, Vellutello). Appare comunque avvalorata dalla citazione della matrice virgiliana ove " le api non si posano soltanto sulla superficie dei fiori, ma vi si profondano addentro " (Scartazzini): " apes... / floribus insidunt variis et candida circum / lilia funduntur " (Aen. VI 707 ss.).