inforchettare
v. tr. (scherz. iron.) Infilzare con una forchetta; per estensione, passare da parte a parte, eliminare, anche in senso figurato.
• Rivolgersi al Parlamento significa anche rivolgersi al Paese, cui è dovuta una spiegazione. Impostare un discorso programmatico serve a non farsi inforchettare nella confusione fra riforme necessarie e tamponi urgenti, destinati ad evitare esiti processuali particolari, sebbene rilevanti. La sede parlamentare è la più opportuna, perché è lì che si deve riprendere a difendere la sovranità popolare, anche con la ragionevole tutela degli eletti dalle iniziative giudiziarie. (Davide Giacalone, Tempo, 30 ottobre 2010, p. 15, Lettere & Commenti) • Per il pesce che si mangia al ristorante non è necessaria alcuna etichetta d’origine. Da qui la richiesta di Coldiretti Impresa Pesca di estendere questo obbligo, già in vigore in pescheria, anche ai menù della tavola. Una vera e propria carta di accompagnamento dove vengono riportate tutte le informazioni per ricostruire il viaggio di cernie, sogliole, dentici e gamberetti dalle onde (o dalle vasche) al piatto. Tanto più che il rischio di inforchettare bocconi «falsi» è fortemente aumentato di pari passo con le importazioni da Paesi stranieri del Terzo mondo. (Margherita De Bac, Corriere della sera, 7 marzo 2012, p. 29) • È mezzogiorno. Dal «Bolognese», sotto un sole che il venticello rende meraviglioso, si apparecchiano i primi tavolini all’aperto. Qualche turista è già pronto a «inforchettare». Ma poco più in là, in via di Ripetta, oltre il presidio dalla polizia municipale, tutto langue. (Luca Monaco e Alessandra Paolini, Repubblica, 23 ottobre 2014, Roma, p. VII).
- Derivato dal s. f. forchetta con l’aggiunta simultanea del prefisso in- e del suffisso -are1.
- Già attestato nell’Unità del 31 luglio 1976, p. 12, Montreal (Marcello Del Bosco).