ingradarsi
Solo in Pd XXIX 130 Questa natura [degli angeli] sì oltre s'ingrada / in numero, che mai non fu loquela / ... che tanto vada. " ‛ Ingradarsi ' dee letteralmente valere ‛ inoltrarsi ne' gradi ', ‛ negli scaglioni di una scala '; ma come una cosa sono inoltrarsi negli scaglioni di una scala e l'inalzarsi, piglia D. in grazia della rima ‛ ingradarsi ' per ‛ inalzarsi '. Adunque ‛ sì oltre s'ingrada in numero '... ‛ che ' nessuna espressione... può arrivare fin dove quel ‛ numero ' arriva " (Lombardi).
Il verbo è dunque un parasintetico da ‛ grado ' nel senso di " gradino ", e tutta l'espressione vale " va di grado in grado moltiplicandosi " (Parodi, che richiama Pg XXII 133 come abete in alto si digrada [" va restringendosi "]: cfr. Lingua 266). Nell'ediz. del '21 e nel Casella il verbo compariva anche in Pd XXX 125 che si dilata ed ingrada e redole; ora il Petrocchi legge che si digrada e dilata e redole (v. anche DIGRADARE). In If XVI 74 la tarda variante orgoglio e dismisura han ingradata; cfr. Petrocchi, ad locum.