inibizione
Fenomeno di origine prevalentemente inconscia che si risolve in un ostacolo alla normale esplicazione delle funzioni psichiche, o impedendo a certi contenuti psichici di giungere alla coscienza, o disturbando lo svolgimento normale di processi affettivi o di attività vitali. ● In biochimica, i. enzimatica, processo che riduce o, al limite, annulla la velocità di trasformazione del substrato in prodotti da parte di un enzima a causa dell’interazione dell’enzima stesso con particolari sostanze dette appunto inibitori.
Nella teoria del comportamento di I.P. Pavlov, i fenomeni di i. sono caratterizzati dal fatto di essere prodotti nel processo dell’apprendimento. Si distingue una i. interna di estinzione e una di differenziazione; nel primo caso, se uno stimolo condizionato non viene ripetutamente rinforzato, l’i. gradualmente si estingue; nel secondo caso l’i. si verifica solo sullo stimolo non rinforzato e non su quello rinforzato.
Viene definito con i. il controllo degli impulsi sia da parte dell’Io sia da parte del Super-Io, o qualsiasi limitazione a una pulsione, a un desiderio. Il termine è sostituito talora, in modo intercambiabile, con repressione (i. inconscia, proveniente dal Super-Io, al confine tra preconscio e inconscio), e, occasionalmente, anche con rimozione (meccanismo per cui l’atto psichico inconscio non viene ammesso neppure nel vicino sistema preconscio, ma rimandato indietro sulla ‘soglia della censura’), dato che i processi istintuali possono liberarsi dalla rimozione solo se l’i. fallisce. Nella prospettiva psicoanalitica, il termine è quindi utilizzato per indicare la repressione imposta a pensieri, sentimenti o azioni dall’intervento del Super-Io o dell’Io sulle pulsioni istintuali.
Sotto il profilo educativo, l’i. presenta una duplice valenza. L’eccesso di freni inibitori, conseguenza spesso di atteggiamenti troppo severi da parte degli adulti, può provocare la limitazione, o anche il blocco delle funzioni volitive ed espressive, e condizionare pertanto la maturazione personale del soggetto. Viceversa, il difetto di i. può compromettere l’equilibrio dei rapporti interpersonali; in tal caso l’intervento educativo non può che tendere a stimolare forme inibitorie in grado di attenuare l’impulsività e l’istinto aggressivo.