iniezione
Introduzione in una cavità del corpo umano, o nei tessuti, di sostanze medicamentose (oppure stupefacenti, o anche velenose) in soluzione o in sospensione, mediante ago e siringa. Secondo che il medicamento da iniettare sia introdotto nello spessore del derma, nel tessuto sottocutaneo, nei muscoli, nel sangue venoso, nelle cavità articolari, le i. sono dette rispettivamente intradermiche, sottocutanee o ipodermiche, intramuscolari, endovenose, intra-articolari. Modalità particolari di i. sono: le i. intracardiache, che si eseguono come rimedio eroico nei casi di arresto dell’attività cardiaca, le i. endoarteriose, utili in alcuni casi di arteriopatie periferiche e di embolia arteriosa per eliminare lo spasmo; le endorachidee, indicate in alcune affezioni meningee o del neuroasse; le intraparenchimatose, che servono per introdurre il medicamento direttamente in un organo (linfoghiandola) malato. Secondo la natura (acquosa, oleosa) e la diffusibilità della soluzione adoperata, e secondo la sede dell’i., il farmaco è assorbito più o meno rapidamente dal torrente circolatorio: il riassorbimento avviene con la massima celerità nelle i. endovenose (➔ endovenosa), meno celermente nelle intramuscolari e ancor meno nelle sottocutanee attraverso i capillari sanguigni e linfatici del tessuto connettivo sottocutaneo.