inimistade (nimistate)
Un solo caso si riscontra, nel D. canonico, di questo astratto, di provenienza transalpina (provenzale enemistat, analogico su amistat, da una base latino-volgare *amicitas; ma cfr. anche l'antico francese ennemistié) e di ambito semidotto; per lo più concorrente (ma non in D.) col latinismo ‛ (i)nimicizia ' (cfr. antico francese inimitié) e col mero provenzalismo ‛ inimistanza ' (o ‛ nimistansa ').
La forma piena è adoperata a proposito del traditore che sotto pretesto d'amistade chiude lo difetto de la inimistade (Cv IV XII 3), in stretto parallelismo con l'opposizione precedente secondo cui nelle cose defettive a volte sotto pretesto di perfezione la imperfezione si nasconde.
Ricorre invece per tre volte nel Fiore, nella forma aferetica e non sonorizzata, sempre in giunzione sintagmatica con verbi qualificanti: ora ‛ portare n. a ' (CVI 4, CXXXV 6), cioè " essere nemico a "; ora ‛ prendere la n. contra ' (CXVI 2), cioè " divenire ostile a ".