inmillarsi
Probabilmente di conio dantesco, questo verbo parasintetico intransitivo pronominale, foggiato sul numerale ‛ mille ', si registra, in rima (come gli analoghi s'addua di Pd VII 6, s'incinqua di Pd IX 40, s'intrea di Pd XIII 57), in Pd XXVIII 93 'l numero loro [cioè degli angeli, ognuno dei quali è una scintilla dell'incendio sfavillante nell'Empireo] / più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla, " s'inoltra nelle migliaia ", cioè " ascende a molte migliaia più che non sieno quelle cui riesce la progressiva duplicazione degli scacchi: è insomma non infinito, ma superiore a ogni nostro calcolo e imaginazione, sebbene in sé finito (cfr. Par. XXIX, 135) " (Casini-Barbi). Infatti, il numero che si ottiene dal progressivo raddoppio della cifra, a cominciare da 1, per ogni casella della scacchiera, è grandissimo (26³). L'espressione 'l doppiar de li scacchi è una chiara allusione a una leggenda riguardante l'inventore indiano o persiano degli scacchi.