inquinamento
Alterazione delle caratteristiche chimiche, biologiche o fisiche delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo) in grado di provocare cambiamenti dell’ambiente, immediati o differiti nel tempo.Tali cambiamenti possono risultare responsabili di gravi danni agli esseri viventi, deterioramento delle risorse naturali e limitazioni delle normali attività degli esseri umani. Le alterazioni del naturale equilibrio ambientale derivano principalmente da: i. chimico (trattamento delle materie prime minerali e fossili, scarichi industriali ed emissioni del traffico), i. biologico (accumulo di rifiuti organici, scarti agroalimentari e zootecnici, rifiuti ospedalieri, ecc.), i. fisico (termico, sonoro o da radiazioni ionizzanti).
Gli agenti inquinanti possono essere: tossici (capaci di arrecare danno grave alla salute o avvelenamento, anche per accumulo nel tempo); mutageni (capaci di danneggiare il DNA); teratogeni (capaci di provocare malformazioni e mortalità fetale o neonatale); cancerogeni (capaci di far insorgere tumori). Inoltre, le varie forme di inquinamento possono operare sinergicamente, rafforzando l’azione degli agenti patogeni e amplificando le conseguenze delle condizioni di stress. È provata la correlazione tra l’insorgere di tumori e di altre malattie degenerative e l’esposizione prolungata a determinati inquinanti chimici (idrocarburi policiclici aromatici, benzene, diossina, catrame delle sigarette, amianto e molte sostanze organiche di sintesi); per moltissimi altri inquinanti si hanno sospetti che debbono essere definitivamente accertati.
L’i. atmosferico e l’i. delle acque costituiscono per l’uomo i principali fattori di rischio ambientale. L’azione nociva degli inquinanti atmosferici (ossidi di zolfo e di azoto, monossido di carbonio, benzene, diossine, amianto, ecc.) dipende in partic. dalle dimensioni delle particelle inquinanti, per gli effetti che queste possono avere a livello dell’albero respiratorio. Particelle con diametro maggiore di 10 μm intaccano solo le vie aeree superiori (cavo orale e laringe), quelle tra 1 e 10 μm raggiungono le prime vie aeree (trachea e bronchi), mentre quelle inferiori a 1 μm possono raggiungere gli alveoli polmonari e, attraverso il sangue, gli altri organi, creando danni più ingenti. Per quanto riguarda l’i. dell’acqua, l’immissione di sostanze tossiche e nocive nei corpi idrici comporta un esteso ventaglio di possibili rischi, da quello microbiologico (legato alla presenza di microrganismi patogeni), a quello dovuto all’accumulo di composti quali i metalli pesanti (As, Cu, Hg, Cr, Ni, Pb, Zn, ecc.), i composti organici clorurati (per es., esaclorobenzene, cloroformio), le diossine, i pesticidi, ecc.