insegnare
Verbo di uso limitato, ma d'impiego ben individuato nelle sue poche occorrenze. L'accezione più frequente è " indicare ", " mostrare " (con il quale si alterna in questo significato), con riferimento a via o cammino: Vn XIX 13 62 Insegnatemi gir, ch'io son mandata; Pg VI 60 quella ne 'nsegnerà la via più tosta; XI 42 quel [varco] ne 'nsegnate che men erto cala; Fiore LXX 9 che tu sì la [via] m'insegni, ed i' v'andrò. Con maggiore estensione di significato, in If VI 77 E io a lui: " Ancor vo' che mi 'nsegni / ... Farinata e 'l Tegghiaio... / dimmi ove sono e fa ch'io li conosca... ", dove i. vale " dare indicazioni ".
In If XV 85 m'insegnavate come l'uom s'etterna, il senso di i. sale al più alto livello, in quanto l'insegnamento morale, filosofico e retorico di Brunetto Latini a D. non dev'essere inteso in senso strettamente didattico.
Vale " consigliare ", in If XXVII 101 tu m'insegna fare / sì come Penestrino in terra getti, ed è il ‛ consiglio ' (vv. 98 e 116) di un grande artefice di frodi, quale Guido da Montefeltro.
I. è adoperato anche nel senso generico restrittivo di " istruire ", in determinati atti e comportamenti: Cv III IX 2 sotto colore d'insegnare a lei [canzone] come scusare la conviene.
Negli esempi del Fiore, alla restrizione semantica si associa quella morale, perché gl" insegnamenti' di cui si tratta sono lezioni d'ipocrisia (LXXX 6), di truffa (CVII 13), e di disonestà elevata a ‛ dottrina ' (CLII 2). In CXLV 1 Figliuola mia cortese ed insegnata, il participio è un provenzalismo (insenhat) e sta per " ben educata ", " saggia " (una saggezza disponibile agl'insegnamenti di cui agli esempi precedenti).