insensibile
Col valore di " non sensibile ", " non percettibile dal senso " o in assoluto o in ragione della piccolezza dell'oggetto, l'aggettivo occorre due volte nel Convivio: II XIV 11 E per lo movimento quasi insensibile che fa da occidente in oriente per uno grado in cento anni: è il movimento processionale dell'ottava sfera che, equivalendo a 1° 23' 30" per secolo secondo gli astronomi moderni, è infinitamente piccolo e perciò quasi insensibile (cfr. B. Nardi, D. e Alpetragio, in Saggi di filosofia dantesca, Firenze 1967², 146-147); III XII 6 sì come trattando di sensibile cosa per cosa insensibile, si tratta convenevolemente, così di cosa intelligibile per cosa inintelligibile trattare si conviene: come è conveniente trattare di cosa sensibile intendendo cosa i., così conviene trattare di cosà intelligibile intendendo cosa inintelligibile; i. vale " non percettibile dai sensi ".
D. fa proprio il procedimento che mira a illustrare o a cogliere una realtà non sperimentabile per mezzo di ciò che è sperimentabile: cfr. Ireneo Contra haereses (ediz. Harvey, Cambridge 1857, 114, 3): " Alii autem haec omnia recusantes, dicunt, non oportere inenarrabilis et invisibilis virtutis mysterium per visibiles et corruptibiles perfici creaturas: et ea quae mente concipi non possunt, et incorporalia, et insensibilia, per sensibilia et corporalia ", e Rufino Origenis de principiis IV (Patrol. Gr. XI 413-414): " potest... rationabilis mens proficiens a parvis ad maiora, et a visibilibus ad invisibilia, pervenire ad intellectum perfectiorem. Est enim in corpore posita, et ex ipsis sensibilibus quae sunt corporea ad intellectualia proficit. Verum ne cui videatur indecenter dictum insensibilia esse quae intellectualia sunt, utemur exemplo... ".