insufficiente
Nel senso di " manchevole ", " bisognoso ", ricorre in Cv IV XII 1 rendere altri più defettivo e insufficiente; le ricchezze, cioè, non sono in grado di rendere alcuno " bastevole a sé ". Tutto il passo presuppone le parole di Boezio (Cons. phil. III III 6-7, ma anche § 11): " Qui vero eget aliquo, non est usquequaque sibi ipsi sufficiens... Tu itaque hanc insufficientiam plenus... opibus sustinebas?... Opes igitur nihilo indigentem sufficientemque sibi facere nequeunt ", che nella traduzione di Alberto della Piagentina (ediz. Battaglia, Torino 1929, 89) suonavano: " Chi ha d'alcuna cosa bisogno, non è a sé in ciascuna parte sofficiente... questa insofficienza, pieno di ricchezze, sostenevi? ... Le ricchezze... far non possono alcuno sofficiente che di niente abbisogni ".
Un altro esempio è in Cv IV XV 14 insufficienti uditori de la morale filosofia, a proposito di coloro che " non sono in grado " d'intendere pienamente la filosofia morale (cfr. Eth. Nic. I 3, 1094b 27 ss.). L'insuficiens auditor è lo " οὐκ… οἰκεῖος ἀκροατής " di Aristotele (non... proprius auditor, I 3, 1095a 2) secondo quanto interpreta Tommaso (Comm. Eth. I lect. III).