insulina
Ormone prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas, formato da due catene polipeptidiche, denominate A e B.
L’i. è necessaria per il controllo dell’omeostasi del glucosio, ma anche dei lipidi e delle proteine. Viene somministrata, come terapia sostitutiva, in soggetti affetti da diabete mellito che non producono i. o la producono in quantità insufficiente. Nel passato, l’i. utilizzata in terapia veniva estratta dal pancreas di suino o bovino; oggi è ottenuta grazie all’utilizzo di tecniche di ingegneria genetica. Durante la terapia, talvolta si formano anticorpi antinsulina che possono contribuire alla resistenza alla terapia osservata in una piccola percentuale di pazienti. L’i. viene somministrata per via sottocutanea o endovenosa (solo nelle emergenze) ma anche intramuscolare (raramente); non può invece essere somministrata per via orale, in quanto viene distrutta dalle peptidasi a livello intestinale.
Il tempo di azione dell’i. può essere modulato manipolando la formulazione farmaceutica o la composizione amminoacidica. Le i. si distinguono in base all’insorgenza, alla durata e al picco d’azione. I. ultrarapide: i. LISPRO in cui l’amminoacido lisina in posizione 29 della catena B scambia posizione con la prolina; i. ASPART, in cui la prolina in posizione 28 è sostituita da acido aspartico. I. solubile o regolare ad azione rapida: è costituita da i. e zinco in soluzione tampone a pH neutro ed è l’unica i. che si possa utilizzare per via endovenosa. I. ad azione intermedia: l’i. NPH (Neutral Protamine Hagedorn) è una sospensione di i. con zinco e protamina. I. lenta: è una miscela di i. cristallizzata (ultralenta) e di i. amorfa (semilenta). I. ultralenta: è una sospensione di i. cristallizzata in presenza di un eccesso di zinco. Infine è stata introdotta in terapia l’i. glargine, un analogo ultralento che non presenta un picco d’azione e garantisce un’azione costante. In genere la terapia viene personalizzata somministrando più di un tipo di insulina in miscele estemporanee o precostituite.
L’i. agisce attraverso l’interazione con un suo recettore, attiva vari effettori cellulari, regola la trascrizione genica, permette la traslocazione dei trasportatori del glucosio dal citoplasma alla superficie delle cellule (in particolar modo in quelle muscolari e adipose), dove possono esplicare la loro azione.
Un dosaggio eccessivo provoca ipoglicemia con conseguente rischio di coma e morte. Quando si somministra i. per via sottocutanea, si osservano frequentemente lipoatrofia e lipoipertrofia al sito d’iniezione, che per tale ragione va continuamente cambiato.