intelligenza distribuita
intelligènza distribuita locuz. sost. f. – Nei sistemi sociali, la disponibilità, ovunque ci sia presenza umana, di competenze mobilitabili e valorizzabili in modo coordinato per dar vita all'intelligenza collettiva (v. ). Nei sistemi tecnologici, è la distribuzione di funzioni e di capacità elaborative tra più dispositivi, connessi in rete, per svolgere compiti complessi. Le teorie sull'i. d. nei sistemi sociali sono basate sugli studi di Pierre Lévy e Derrick de Kerckhove, che hanno messo in evidenza la potenza moltiplicativa dell'interazione e della connessione tra persone con competenze complementari, fino a definire un concetto di intelligenza a livello di gruppi, di comunità, di sistemi sociali. Nei sistemi tecnologici gli studi sull'i. d. si sono inizialmente sviluppati nel campo della risposta ai rischi di guasto o di fallimento, con l'obiettivo di garantire la continuità di funzionamento del sistema anche in situazione degradata. In un sistema in cui l'i. d. è realizzata completamente gli elementi costituenti devono essere dotati della capacità di elaborazione e dei dati necessari per svolgere la propria funzione (per es., ogni singolo punto di ingresso, in un sistema di controllo degli accessi). Lo sviluppo della tecnologia dell'i. d. riguarda diversi campi di applicazione dell'ICT (v.), dalla domotica, dove i singoli elementi sono gli oggetti interni a un'abitazione e, a un livello superiore, i singoli edifici privati e pubblici, alla robotica, e in partic. all'architettura di un robot, concepito non più come un'unica macchina, ma come un insieme di elementi fisici connessi in rete. Uno sviluppo sociotecnologico dell'i. d. è quello dell'ambient intelligence in cui gli elementi intelligenti sono distribuiti nello spazio fisico, per rispondere in modo sensibile al contesto utente rendendo di fatto le tecnologie invisibili. La ricerca in questo campo si avvale degli sviluppi in ambito di ubiquità tecnologica, sistemi intelligenti e interfacce utenti (v. ).