INTELLIGENZA
. Poema in nona rima (309 stanze), di autore toscano, composto sullo scorcio del sec. XIII o al principio del XIV.
L'attribuzione a Dino Compagni (v.), tuttora incerta, si fonda sulla testimonianza di C. De Batines e di A.-F. Ozanam, che con un reagente chimico decifrarono, ciascuno per suo conto (1847 e 1850), la soscrizione dell'unico codice completo del poema (Magliabechiano Cl. VII, 1035), diventata ora inintelligibile. Il poema sviluppa in forma di visione l'allegoria dell'Intelligenza, personificata in una bellissima donna cinta d'una corona di 60 pietre preziose, che il poeta descrive con gusto pittorico, rivelandone anche le virtù miracolose. Il palazzo dove abita Madonna e la corte di lei, offrono occasione di ricordare i fatti di Cesare, di Alessandro, di Troia, della Tavola Rotonda. Questa dimora è l'anima, con i suoi sensi, le sue virtù, la sua saggezza. L'opera, compilata su fonti diverse (il Lapidario di Marbodo, le Storie troiane, ecc.), è tipicamente medievale.
Bibl.: L'I., testo e introd. a cura di V. Mistruzzi, Bologna 1928 (con bibl.).