intento (agg.)
" Meno com. di attento... ma dice più " (Tommaseo, Dizionario; l'equivalenza e lo scambio tra le due forme ha luogo più di una volta anche nei codici), con concreto riferimento all'atto del guardare con ansiosa attenzione.
Così, con valore predicativo, in If XXIII 20 Già mi sentia tutti arricciar li peli / de la paura e stava in dietro intento, e 69 Noi ci volgemmo... / con loro insieme, intenti al tristo pianto, " con gli occhi rivolti e attenti ad osservare " (gl'ipocriti). Come attributo, in If VIII 66 io... l'occhio intento sbarro, e Rime LXVII 78 per lo mirare intento ch'ella fece; in entrambi i casi il valore dell'aggettivo sconfina in quello dell'avverbio: " fissamente ", " intensamente ".
Diverso è il senso in Pg V 117 la valle... coperse / di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento: qui sta per " intenso ", " denso ", per indicare il cielo coperto di nubi e di vapori: " idest, fecit aerem intinctum et obfuscatum magna caligine nebulae, vel superimposuit frigus deprimendo nubes, ex quo facta est pluvia " (Benvenuto).