Vedi Inter-American Development Bank dell'anno: 2015 - 2016
Banca interamericana di sviluppo
La Banca interamericana di sviluppo (IDB) fu istituita nell’aprile del 1959 dall’Organizzazione degli stati americani (OAS) su proposta del presidente brasiliano Juscelino Kubitschek. Originariamente costituita da 19 stati dell’America centrale e meridionale e dagli USA, nei decenni seguenti si è allargata ad altri 29 paesi appartenenti ai vari continenti.
I membri IDB si suddividono in regionali e non regionali: come requisito, i primi devono appartenere all’OAS, i secondi al Fondo monetario internazionale (IMF). Esclusivamente gli stati del continente americano (ad eccezione di USA e Canada) sono membri beneficiari e assieme detengono il 50,02% di voti all’interno del Consiglio dei governatori. Con 914.154 azioni a testa, Brasile e Argentina sono gli stati più rappresentati tra i membri regionali e ciascuno detiene di conseguenza il 10,751% dei voti. Un gradino più sotto troviamo Messico (6,912%) e Venezuela (5,761%), mentre, per quanto riguarda i membri non beneficiari, gli USA detengono la quota più elevata (30,01%), seguiti da Giappone (5%) e Canada (4%).
Nei suoi oltre cinquant’anni di vita l’organizzazione si è affermata come la principale fonte di finanziamento multilaterale per l’America meridionale e caraibica, rilevante anche per il ruolo di consulenza che offre nei settori economico, sociale e istituzionale. Le aree di intervento prioritarie sono l’istruzione, la lotta alla povertà, la sostenibilità energetica, il cambiamento climatico, le infrastrutture e le pari opportunità. L’IDB eroga prestiti direttamente ai governi degli stati beneficiari a un tasso d’interesse di mercato, garantendosi, però, lo status di creditore preferenziale – ovvero vincolando lo stato beneficiario a privilegiare cronologicamente la restituzione all’IDB.
Nel giugno del 2010 si è assistito al maggior aumento di capitale nella storia dell’IDB, pari a 70 miliardi di dollari, che ha portato il suo valore complessivo a oltre 170 miliardi. Ciò permetterà alla Banca di stanziare 12 miliardi di finanziamenti all’anno, ovvero una somma doppia rispetto a quella registrata antecedentemente alla crisi economica globale. Nello stesso 2010 l’IDB ha inoltre approvato un pacchetto di aiuti senza precedenti, mirato alla ricostruzione di Haiti in seguito al terremoto del 2008, garantendo al paese la cancellazione del debito e un prestito di 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni per il prossimo decennio.
Nel 2012, inoltre, sono stati erogati 11,4 miliardi di dollari in prestiti e donazioni.
L’IDB è guidata dal Consiglio dei governatori, composto da 48 membri nominati dai singoli stati che ogni cinque anni eleggono il presidente. Quest’ultimo riveste il ruolo di capo esecutivo e di responsabile legale della Banca, ed è assistito da un vicepresidente esecutivo, oltre che da quattro vicepresidenti. Il Consiglio dei governatori si riunisce una volta all’anno e delega la gestione quotidiana al Consiglio d’amministrazione, composto da 14 membri e da 14 sostituti, che si riunisce su base settimanale e si dirama in cinque Commissioni permanenti. L’IDB ha uffici in tutti i 26 paesi dell’America meridionale e caraibica e circa il 70% del personale è selezionato tra i cittadini degli stati beneficiari.
Argentina, Austria, Bahamas, Barbados, Belgio, Belize, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Corea (Repubblica), Costa Rica, Croazia, Danimarca, Ecuador, El Salvador, Finlandia, Francia, Germania, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Israele, Italia, Giamaica, Giappone, Messico, Nicaragua, Norvegia, Paesi Bassi, Panamá, Paraguay, Perù, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Dominicana, Slovenia, Spagna, USA, Suriname, Svezia, Svizzera, Trinidad e Tobago, Uruguay, Venezuela.