INTERCETTAZIONE
Nella difesa aerea è l'azione mediante cui un velivolo (detto intercettore) si dirige verso un altro velivolo (oggetto dell'i.) per assolvere alla missione di difesa aerea mediante riconoscimento, intervento (per farlo deviare dalla rotta) e ingaggio. Nel campo delle comunicazioni i. equivale a ''captazione di un messaggio'' (v. guerra: Guerra elettronica, in questa Appendice). L'i. di aerei non identificati, fin dalla seconda guerra mondiale, viene guidata da terra e rappresenta, in tempo sia di pace che di guerra, il momento più importante della difesa aerea di un territorio, di uno schieramento, ecc. Essa è integrata dai missili e dalle artiglierie contraeree.
L'i. guidata è nata nel Regno Unito con la ''battaglia d'Inghilterra'', nel 1940. L'elemento nuovo che provocò la necessità di organizzarla fu il radar; esso era il più importante ma non l'unico mezzo di avvistamento delle formazioni aeree nemiche (si disponeva infatti di osservatori terrestri muniti di binocolo e telefono, di navi in pattugliamento, ecc.). Questa rete difensiva consentiva un ristretto ma prezioso margine di tempo per definire la minaccia senza dover tenere aerei continuamente in volo pronti a intervenire. Le formazioni aeree nemiche venivano rappresentate su un grande tavolo mediante fiches che venivano spostate dagli operatori per mezzo di rastrelli, esattamente come fanno i croupiers sul tavolo da gioco.
Con il progresso dell'elettronica, il quadro mutevole della situazione viene presentato oggi su schermi di tubi a raggi catodici o su schermi piatti a cristalli liquidi. La rete radar è formata da apparati a lunga portata, muniti di interrogatori per distinguere gli aerei amici da quelli nemici; essa può essere integrata da navi per la difesa aerea e da radar aeroportati su appositi aerei, gli AWACS (Airborne Warning and Control System) E-3A entrati in servizio nella difesa aerea degli USA il 1° gennaio 1979 e ora anche nella NATO. Questi aerei fungono da piattaforme radar volanti e nessuna difesa aerea può dirsi completa senza di essi, dal momento che i radar terrestri assicurano la copertura alle quote medio-alte, ma non a quelle basse. Per rilevare aerei incursori, penetranti a volo radente, non c'è che il radar aeroportato. Oggi, com'è stato dimostrato anche nella Guerra del Golfo (1991), gli E-3A costituiscono veri e propri posti di comando volanti dai quali si possono guidare i piloti da caccia fino all'i. dell'avversario, permettendo che ciò avvenga nelle condizioni più favorevoli. Le moderne strumentazioni di bordo consentono comunque una gestione più autonoma dell'i. da parte del pilota e non rendono più necessario uno stretto controllo da parte del controllore di terra (o aerotrasportato).
Sia gli aerei civili che quelli militari sono muniti di risponditore che li identifica prontamente; tutti gli echi corrispondenti ad aerei non identificati sono considerati sospetti, e verso di essi vengono diretti gli aerei da caccia intercettori.
Le regole dell'i. sono molto diverse a seconda che ci si trovi in tempo di pace o di guerra. Nel primo caso verso l'aereo non identificato vengono guidati due caccia intercettori, che cercano di entrare in contatto radio con l'equipaggio, e di persuaderlo ad atterrare al più vicino aeroporto o, se si tratta di uno sconfinamento, a tornare oltre confine. In caso di rifiuto, o se il contatto radio è impossibile, gli aerei intercettori si affiancano al velivolo e i piloti impartiscono gli ordini a vista, con segni convenzionali; contemporaneamente comunicano via radio alla base tipo, nazionalità, armamento e intenzioni dell'intruso; se questo manifesta apertamente intenzioni aggressive si ricorre alle armi di bordo (cannoni o missili) per impedirgli di portare offesa a obiettivi in territorio nazionale, in conformità con le regole d'ingaggio prestabilite.
Diversamente che in tempo di pace, in cui è prescritto che i piloti degli intercettori giungano in vista diretta degli aerei da intercettare, in tempo di guerra tutto può accadere senz'altro avvistamento se non quello radar. L'identificazione può essere fatta o dagli enti del Controllo (di terra o aerotrasportato) o dallo stesso pilota mediante il riconoscimento a vista o con gli apparati di bordo. La garanzia di distinguere con certezza un aereo amico da uno nemico è comunque ancora uno dei maggiori problemi dell'intercettazione.
Oltre l'i. aerea, la Guerra del Golfo (v. in questa Appendice) ha posto in particolare evidenza la necessità d'intercettare missili balistici a medio raggio, del tipo di quelli lanciati dall'῾Irāq (i cosiddetti Scud). I paesi che posseggono armi di questo tipo sono almeno diciotto, e saranno ventiquattro entro la fine del 20° secolo; per molti di essi, inoltre, è prossimo il passaggio dal propellente liquido a quello solido, che consentirà di estendere la portata di queste armi dagli attuali 650÷900 km a 1500÷2500. Gli unici sistemi di difesa attiva efficaci sono i missili antimissile come i Patriot impiegati con buoni risultati per l'i. degli Scud nel suddetto conflitto. Il problema principale è il tempo ristrettissimo intercorrente fra l'avvistamento radar e l'arrivo del missile; lo si potrebbe in parte risolvere ricorrendo, oltre ai radar aeroportati, a osservatori spaziali; in tal senso sta operando il programma americano GPALS (Global Protection Against Limited Strikes). Nuovi missili, con gittata di oltre 150 km, verranno studiati nel programma THAAD (Theatre High Altitude Area Defence), cui partecipa anche l'Italia, e nel programma ERINT (Extended Range Intercept Technology), che prevede missili con gittata superiore a 40 km, integrabili con i Patriot, di cui utilizzeranno lo stesso materiale a terra. Vedi tav. f.t.
Bibl.: J.G. Crowter, R. Whiddington, Science at war, Londra 1947; A. Price, Instruments of darkness, ivi 1967; R.V. Jones, Most secret war, ivi 1978; M. De Arcangelis, Electronic warfare, Poole (Dorset) 1985.