interciso
Il participio (raro latinismo) ricorre due volte nel Paradiso, con valore predicativo, in rima come altri derivati dalla stessa radice (cfr. decisa, riciso, preciso: Pd IV 53, XXIII 63, XXX 30). Significa " interrotto ", in opposizione a ‛ continuo '.
A cosa corporea è riferito in Pd XXXII 25, dov'è detto dei vari ‛ gradi ' della candida rosa, che da una parte sono intercisi / di vòti, " interrotti, discontinuati... da spazi vuoti, riserbati a'venturi " (Andreoli). Con riferimento a cose incorporee è detto degli angeli che, non avendo mai distolto lo sguardo da Dio, non hanno vedere interciso / da novo obietto (XXIX 79): " la loro vista non è interrotta da un nuovo oggetto che le si presenti " (Chimenz). Cfr. s. Tommaso Cont. Gent. II 97 " intelligere igitur substantiarum separatarum est continuum et semper... operatio propria, quae est intelligere, est in eis continua, non intercisa "; e v. CONCETTO.