internarsi
Usato due volte, in rima e con valore figurato. Vale " entrar dentro ", " penetrare nel profondo ", in Pd XIX 60 ne la giustizia sempiterna / la vista... / com'occhio per lo mare, entro s'interna, e, secondo parecchi commentatori, in XXXIII 85 Nel suo profondo [della luce etterna] vidi che s'interna, / legato con amore in un volume, / ciò che per l'universo si squaderna: " idest, interlocatur " (Benvenuto), " entra l'uno nell'altro " (Vellutello). Alcuni avvertono nel verbo anche l'idea del ‛ rinchiudersi ', ‛ contenersi ': così Venturi, Lombardi, Scartazzini-Vandelli, Rossi-Frascino e altri (si veda anche Vandelli, in " Studi d. " XVIII [1934] 140 ss.).
Ma cfr. il Landino: " E vidi nella profondità della divinità, la quale s'interna, cioè fa trinità di tre persone... esser legato... ", ecc.: i. dunque avrebbe qui lo stesso valore che in Pd XXVIII 120 (cfr. voce seguente), e così intende anche il Tommaseo (" tre e uno "). L'ipotesi, respinta da Casini-Barbi (" Si trova raccolto; né vi può essere, come credono gli antichi commentatori, alcuna idea delle operazioni della Trinità, perché Dante non ha ancora contemplato questo mistero ") è dal Mattalia fusa con l'altra: " nella costruzione generale della terzina la relativa che s'interna è posta in modo da poter fungere contemporaneamente, ed equivocamente, da determinazione dottrinale di suo profondo e da verbo della dipendente legato... In che s'interna, infatti, s'annodano la definizione rigorosamente dottrinale di Dio uno-trino... e il ricorrente motivo della profondità o abissalità della divina essenza nella quale... è impossibile ad occhio umano... penetrare ".