Vedi International Atomic Energy Agency dell'anno: 2015 - 2016
Agenzia internazionale per l'energia atomica
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) nasce dalla proposta avanzata dal presidente statunitense Eisenhower, nel 1953, per la creazione di un organismo internazionale in seno alle Nazioni Unite, che avrebbe dovuto agevolare l’utilizzo dell’energia atomica a fini pacifici. La proposta giungeva in un momento in cui il sistema bipolare andava istituzionalizzandosi, e il divario tra Unione Sovietica e Stati Uniti nella corsa agli armamenti atomici era stato in parte colmato da Mosca con l’esplosione della sua prima bomba nucleare, nel 1949. L’IAEA vide la luce nel 1957 come organizzazione indipendente.
Lo scopo originario sarebbe stato quello di promuovere l’uso pacifico dell’energia nucleare e ostacolarne l’uso a scopi militari, inclusa la fabbricazione di armi atomiche.
Malgrado l’Agenzia abbia visto la luce al di fuori del sistema delle Nazioni Unite e a tutt’oggi sia regolata da un autonomo trattato istitutivo (lo Statuto), l’IAEA produce rapporti periodici per l’Assemblea generale e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, alla stregua di un’agenzia specializzata. A differenza dalle agenzie specializzate, però, l’IAEA collabora più frequentemente con il Consiglio di sicurezza e non con il Consiglio economico e sociale. L’obiettivo originario dell’Agenzia è divenuto nel tempo più articolato e complesso, e oggi ruota attorno a tre pilastri, definiti come: sicurezza e incolumità, scienza e tecnologia, verifica e salvaguardia. Nel perseguire questi obiettivi, l’IAEA svolge tre compiti principali: quello di portare a termine ispezioni periodiche degli impianti nucleari esistenti per assicurarne l’uso pacifico; quello di fornire informazioni e migliorare gli standard per garantire la massima sicurezza degli impianti nucleari; infine, quello di fungere da forum di incontro per lavoratori ed esperti in quei settori scientifici coinvolti in qualunque modo nello sfruttamento pacifico delle tecnologie nucleari.
Le intenzioni originarie con le quali fu costituita l’Agenzia erano di accelerare il contributo dell’energia atomica alla sicurezza energetica mondiale e all’apertura di altri settori d’utilizzo pacifico di tale energia, e di ostacolare al contempo i suoi possibili usi militari nel conflitto tra le due superpotenze.
L’adozione, nel 1968, del Trattato di non proliferazione (NPT) conferì però ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza lo status di paesi ‘nucleari’: paesi che da quel momento avrebbero legittimamente potuto possedere armi atomiche, ma sui quali gravava anche il dovere di non cederle a stati terzi. Tutti gli altri paesi avrebbero continuato ad avere il legittimo diritto di sviluppare programmi per l’utilizzo civile dell’energia nucleare, e l’NPT attribuiva proprio all’IAEA il compito di assicurarsi che questi stati non dirottassero l’utilizzo di energia nucleare verso fini non pacifici. L’istituzionalizzazione della disparità tra paesi nucleari e paesi non nucleari suscitò allora, come suscita oggi, una serie di proteste da parte di alcuni stati appartenenti al secondo gruppo, e in particolare da parte di chi tra questi nutriva l’ambizione di entrare in possesso dell’atomica. L’Agenzia, facendosi carico dei nuovi compiti ispettivi, si è dunque trovata spesso sotto il fuoco incrociato: da una parte le critiche di parzialità e partigianeria mossele da chi subiva ispezioni più approfondite; dall’altra le accuse di inutilità e inefficacia ogniqualvolta si sono verificati casi accertati o sospetti di proliferazione nucleare.
Alcuni paesi attualmente non parte dell’NPT sono oggi stati nucleari. India e Pakistan, due stati sicuramente in possesso dell’atomica, non hanno mai firmato il Trattato. Così è anche per Israele, che l’Agenzia stima possedere all’incirca 200 testate atomiche, mentre la Corea del Nord si è ritirata dall’organizzazione nel 1994 proprio a seguito di un rapporto dell’IAEA che l’accusava di non aver smantellato il proprio programma nucleare militare. Su tutti questi paesi non vige dunque alcun obbligo di ispezione, e l’IAEA non ha giurisdizione obbligatoria sul loro territorio.
Nell’ultimo decennio il ruolo dell’Agenzia atomica è stato infine condizionato, oltre che dalla costante minaccia di proliferazione costituita dai comportamenti della Corea del Nord e dai suoi test atomici, dalla crisi di lunga durata relativa al programma nucleare iraniano e dalla crisi del settembre 2007, che ha visto Israele bombardare quella che l’IAEA ritiene fosse con molte probabilità un’installazione nucleare segreta in Siria. Questi ultimi due casi hanno messo ulteriormente in dubbio l’efficacia del sistema di ispezioni IAEA nel prevenire la proliferazione nucleare anche in paesi membri dell’NPT. Nel novembre 2013, tuttavia, l’Iran e i paesi del gruppo P5+1, riuniti a Ginevra, hanno raggiunto un accordo ad interim, della validità di sei mesi, per la temporanea sospensione del programma nucleare.
Questo accordo prevede anche missioni di monitoraggio e verifica dell’IAEA.
L’IAEA si compone di tre organi principali: il Consiglio dei governatori, la Conferenza generale e il Segretariato. Quest’ultimo garantisce la continuità istituzionale dell’organizzazione e svolge funzioni amministrative. Conferenza e Consiglio sono invece gli organi decisionali dell’Agenzia. La prima è composta dai rappresentanti di tutti i paesi membri, si riunisce annualmente e procede per voto nominale, approvando a maggioranza dei due terzi le questioni più importanti. La Conferenza, inoltre, approva il bilancio annuale, decide sull’ingresso di un nuovo membro e sugli eventuali emendamenti allo Statuto. Il Consiglio è invece un organo ristretto, in cui sono rappresentati 35 paesi membri: esso si riunisce con maggiore frequenza rispetto alla Conferenza (cinque volte all’anno) e prepara i lavori di quest’ultima e le proposte da discutervi. Oltre al quartier generale a Vienna, l’IAEA ha uffici regionali in Canada, Giappone, Stati Uniti e Svizzera. Inoltre, per assistere alla sua attività di ricerca e salvaguardia, l’IAEA ha tre laboratori scientifici in Austria e a Monaco.
Afghanistan, Albania, Algeria, Angola, Arabia Saudita, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Azerbaigian, Bahamas, Bahrain, Bangladesh, Belgio, Belize, Benin, Bielorussia, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Botswana, Brasile, Brunei, Bulgaria, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Camerun, Canada, Capo Verde, Ciad, Cile, Cina, Cipro, Colombia, Comore, Congo (Rep.), Congo (Rep. Democratica), Corea (Rep.), Costa d’Avorio, Costa Rica, Croazia, Cuba, Danimarca, Dominica, Ecuador, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Eritrea, Estonia, Etiopia, Filippine, Finlandia, Francia, Gabon,
Georgia, Germania, Ghana, Giamaica, Giappone, Gibuti, Giordania, Grecia, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, India, Indonesia, Iran, Iraq, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Kazakistan, Kenya, Kirghizistan, Kuwait, Laos, Lesotho, Lettonia, Libano, Liberia, Libia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Madagascar, Malawi, Malaysia, Mali, Malta, Marocco, Isole Marshall, Mauritania, Maurizio, Messico, Moldavia, Monaco, Mongolia, Montenegro, Mozambico, Myanmar, Namibia, Nepal, Nicaragua, Niger, Nigeria, Norvegia, Nuova Zelanda, Oman, Paesi Bassi, Pakistan, Palau, Panamá, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Qatar, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Centrafricana, Repubblica Dominicana, Romania, Ruanda, Federazione Russa, El Salvador, San Marino, Senegal, Serbia, Seychelles, Sierra Leone, Singapore, Siria, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti, Sudafrica, Sudan, Svezia, Svizzera, Swaziland, Tagikistan, Tanzania, Thailandia, Tobago, Togo, Tonga, Trinidad, Tunisia, Turchia, Ucraina, Uganda, Ungheria, Uruguay, Uzbekistan, Vanuatu, Vaticano, Venezuela, Vietnam, Yemen, Zambia, Zimbabwe.