internazionalismo
L’aspirazione alla solidarietà e alla cooperazione tra i popoli e la tendenza a favorire la formazione di organismi internazionali per raggiungere fini comuni. Le più note organizzazioni sono state, in tal senso, quelle d’ispirazione socialista e comunista, ma non sono mancate forme di i. liberale, di impronta cristiana e altre dedite alla cooperazione tra gli Stati per il mantenimento della pace. L’i. si esprime come ideale della solidarietà sociale oltre le barriere nazionali.
Il concetto di i. in economia fa riferimento, anche a tratti tipici della globalizzazione, come per es. il comportamento delle grandi imprese multinazionali e transnazionali volto al coordinamento strategico tra gruppi oppure, in una forma più strutturata, alla creazione di veri e propri organismi economici internazionali.
Sebbene le radici del concetto affondino nel cosmopolitismo illuministico settecentesco, convinto del diritto di ogni essere umano di definirsi cittadino del mondo, l’i. indica, più precisamente, la necessità di un’unità politica, economica e sociale sovranazionale.
Un tipo di i. romantico ottocentesco fu, in particolare, quello di G. Mazzini, grande assertore del principio di nazionalità, ma ostile al nazionalismo, inteso come sua forma patologica, degenerata e incline a brutali politiche di espansione e sopraffazione. A tal fine fondò nel 1834 la Giovine Europa, una sorta di Santa alleanza dei popoli in opposizione a quella dei sovrani della Restaurazione, allo scopo di coordinare le nazioni impegnate nella propria liberazione.
Tuttavia, la più nota e lucida formulazione dell’i. fu quella elaborata da K. Marx e F. Engels nel Manifest der kommunistischen Partei (1848), partendo dalla convinzione che con il potere proletario gli antagonismi nazionali sarebbero scomparsi, perché lo sfruttamento di una nazione da parte di un’altra sarebbe stato abolito insieme a quello sugli individui.
Tra le altre forme di i., la più nota è quella proposta dal presidente statunitense T.W. Wilson che, basandosi sugli ideali della cooperazione, della pace e della sicurezza internazionale, nel 1919 portò alla creazione della Società delle Nazioni, la cui erede è l’Organizzazione delle Nazioni Unite (➔ ONU), fondata nel 1945 al termine della Seconda guerra mondiale. Oltre alle agenzie operative e ai commissariati in cui successivamente si è articolata l’ONU, con l’ambizione di favorire lo sviluppo delle nazioni e regolarne i rapporti economici, sulla base degli accordi di Bretton Woods (➔) del 1944 furono istituiti gli organismi noti come la Banca Mondiale (➔), il Fondo Monetario Internazionale (➔FMI) e l’Organizzazione mondiale del commercio (➔ WTO), nata nel 1995 dagli allora Accordi generali sulle tariffe e il commercio.
Ispirato da principi talvolta vicini a quelli del socialismo, l’i. ha ritrovato attualità dalla fine degli anni 1990 nel dibattito riguardante i temi della globalizzazione e, in particolare, nelle posizioni di alcuni gruppi politici spesso critici nei confronti delle organizzazioni internazionali alla guida dei processi di sviluppo.