Internet. A tutta tavoletta
Dai tablet pc ai media tablet, fino all’iPad, il mondo della tecnologia digitale ha subìto uno sconvolgimento radicale. E, per ora, vince il prodotto della Apple.
Se nel 2011 i tablet hanno rappresentato un trend tecnologico, nel 2012 sono diventati un fenomeno di costume consolidato. Le tavolette spuntano dagli zaini degli studenti, si fanno notare sui treni, sono una costante in aereo, specialmente sui voli intercontinentali. «L’ultima volta che c’è stato un tale interesse per una tavola, aveva alcuni comandamenti scritti sopra», così si era espresso Steve Jobs al momento del lancio dell’iPad. Aveva ragione. A poco più di due anni di distanza e con oltre 67 milioni di iPad già venduti nel mondo (a marzo 2012), l’azienda di Cupertino ha chiaramente dimostrato quanto visionario fosse il suo creatore.
La tavoletta di Apple infatti non è andata a sostituire né gli smartphone né i computer portatili, ma si è aggiunta alla dotazione tecnologica degli utenti. In pochi credevano che ne avremmo avuto bisogno, in molti si sono dovuti ricredere. I numeri parlano chiaro, ma ancora più evidenti sono i risvolti innescati dall’avvento dei tablet.
L’industria dei pc, ad esempio, ha dovuto rapidamente adeguarsi ridimensionando la produzione dei netbook (i portatili a basso costo), per puntare tutto sugli ultrabook (i modelli super leggeri e sottili), mentre Microsoft ha dato vita a Windows 8, il sistema operativo univoco per computer e tavolette.
Anche l’editoria si è lasciata convincere dall’iPad con un numero crescente di giornali, riviste e libri fruibili in modalità touch. In poco tempo l’iPad si è fatto largo anche tra le piattaforme di gioco, mettendo in difficoltà i colossi più blasonati.
In ambiente lavorativo la tavoletta della mela morsicata ha conquistato gli agenti di commercio, gli uomini del marketing, si vede perfino tra le corsie negli ospedali e al posto dei menu al ristorante. Con il lancio di un nuovo iPad nel 2012, Apple ha chiaramente dimostrato di voler tenere a debita distanza gli avversari. Secondo la società di analisi Gartner, quest’anno la quota di mercato dell’azienda di Cupertino dovrebbe attestarsi a livello mondiale intorno al 61%. Un dato piuttosto significativo se si considera che la competizione è di un modello, l’iPad, contro una pletora di tavolette prodotte quasi tutte con il sistema operativo Android.
Il vantaggio di Apple non riguarda solo il numero di dispositivi venduti, ma la forza dell’intero sistema con oltre 200.000 applicazioni sviluppate appositamente per il tablet voluto da Jobs e la possibilità di far girare quasi tutte le altre realizzate per iPhone (sull’App store le applicazioni sono più di 600.000). Quelle per le tavolette Android si stima siano circa 2000. Il gap è evidente, come la frustrazione degli utenti. Ecco perché, almeno nell’arena dei tablet, per il momento il gigante californiano non sembra avere rivali. L’unico che prova a tenere il passo in questa competizione è Amazon con il suo dispositivo a basso costo Kindle Fire che da solo ha raggiunto il 50% del mercato Android negli USA (ad aprile 2012), ma a livello mondiale questo primato si ridimensiona a un poco significativo 4% di marketshare (secondo IDC). Gli altri avversari, Microsoft e Research in Motion (RIM), praticamente non si vedono neppure all’orizzonte. Se l’azienda fondata da Bill Gates potrebbe riacquisire una posizione, almeno apparente, con l’arrivo di Windows 8 messo a punto per funzionare al meglio anche sui tablet, poche possibilità sembra avere invece il produttore del BlackBerry. La sua tavoletta PlayBook, malgrado sia tra le più avanzate sul mercato, non è riuscita a convincere i consumatori, soprattutto per la mancanza di applicazioni, tanto che il colosso canadese ha recentemente deciso di aprirsi ad Android consentendo di emulare, almeno in parte, le applicazioni sviluppate per il sistema concorrente. Questa mossa ha il sapore della sconfitta, nonostante RIM abbia annunciato il lancio del nuovo sistema operativo BlackBerry 10, atteso a fine ottobre. Per molti analisti questa sembra essere l’ultima chance di sopravvivenza per uno dei marchi storici dell’industria mobile, che nell’ultimo anno ha registrato un vero tracollo in borsa pur continuando a vendere milioni di smartphone. È presto per sentenziare verdetti, di sicuro la competizione si è fatta decisamente dura e altre aziende famose in passato, come Palm, non sono riuscite a rimanere a galla.
I tablet: conosciamoli meglio
■ Un modo semplice per classificare i dispositivi digitali portatili è quello di riferirsi alle loro dimensioni: dai 7 ai 10 pollici si parla di tablet, dai 3 ai 7 pollici si hanno i MID (Mobile Internet Device), mentre dai 3 ai 5 pollici si hanno gli smartphone.
■ Stabilita questa prima classificazione se ne può proporre un’altra, relativa solo all’ambito dei tablet. Vanno infatti distinti quelli di prima generazione, fondamentalmente derivati dai pc, da quelli di seconda generazione, derivati invece da tecnologie utilizzate negli smartphone. I primi dispositivi, chiamati tablet pc, sono caratterizzati dalle stesse funzionalità di un personal computer sia a livello di processore (generalmente di tipo x86) che di sistema operativo (Windows); i secondi, denominati media tablet, sono invece finalizzati alla navigazione sul web e alla fruizione di prodotti multimediali: si basano su un processore ad architettura ARM e sfruttano sistemi operativi specifici (ad esempio iOS o Android). Nella maggior parte dei casi i media tablet permettono di eseguire esclusivamente applicazioni (app) approvate dalla casa produttrice del sistema operativo e scaricabili dal web.
■ Per quanto concerne la connessione alla rete di telefonia mobile e a Internet, essi possono avvalersi di una connessione basata su SIM card oppure su Wi-Fi: in questo caso il collegamento alla rete di telefonia mobile può essere assicurato da uno smartphone che, connesso con il tablet, svolge le funzioni di modem.