INTERPOLAZIONE
Matematica. - 1. S'immagini di studiare sperimentalmente un fenomeno qualsiasi, in cui compaiano due grandezze misurabili x e y, tali che la seconda dipenda dalla prima, o, come si suol dire in termini matematici, la y sia funzione della x (v. funzione); e si voglia esprimere in formule questa dipendenza (legge del fenomeno). Ove si sia constatato che in corrispondenza di certi valori x1, x2, x3,, della x la y assume, rispettivamente, certi valori y1, y2, y3, ..., si è condotti al problema di determinare una funzione y = f(x), tale che risulti y1 = f(x1), y2 = f(x2), y3 = f(x3), ... È questo il problema della interpolazione; e si può dare a esso una forma geometrica, ove le coppie di valori corrispondenti (x1, y1), (x2, y2), (x3, y3), ..., si rappresentino con altrettanti punti di un piano, fissandovi due assi cartesiani ortogonali e prendendo i valori della x come ascisse, quelli della y come ordinate (v. coordinate). Si tratta allora di trovare l'equazione y = f(x) di una curva passante per i punti prefissati (x1, y1), (x2, y2), (x3, y3),...
Il problema, in questa forma generale, è indeterminato, ma non è più tale se si vuole che la y sia una funzione razionale intera di x o, come più comunemente si dice, sia un polinomio in x. Precisamente, supponiamo assegnati per l'incognito polinomio y = P (x) gli n + 1 valori, y1, ..., yn+1, che debbono corrispondere ad altrettanti valori x1, x2..., xn+1 (diversi tra loro) della x. Allora, si può costruire un polinomio e uno solo, di grado non superiore a n e tale che
Infatti, si tratterà di determinare i coefficienti a0, a1,... , an di P(x) = a0 xn + ai1 xn-1 + ... + a-1 x + an, in modo che Siano soddisfatte le condizioni (1). Queste costituiscono un sistema di n + i equazioni lineari nelle n + 1 incognite a0, a1,..., an, con determinante diverso da zero e quindi. avente un'unica soluzione (v. determinanti, n. 4). La curva interpolatrice y = P (x), che così si ottiene, si chiama una parabola di ordine uguale al grado del polinomio P (e si riduce a un'ordinaria parabola conica per n = 2).
La risoluzione del sistema (1) nelle incognite ai(i = 0, 1,..., n) non appena n sia un po' elevato, risulta laboriosissima, sicché si è presentata la necessità, di ordine pratico e anche teorico, di escogitare speciali procedimenti che permettano di raggiungere lo scopo coi minimi mezzi algoritmici.
2. Funzioni interpolari e formule di Newton e Lagrange. - Prefissate le n + 1 coppie di valori (xi, yi) per i = 1, 2,..., n + i e posto yi = f (xi), si dice funzione interpolare del 1° ordine il rapporto
funzione interpolare del 2° ordine il rapporto
in generale, funzione interpolare di ordine r (r = 1, 2,..., n) il rapporto
Una funzione interpolare di ordine r è una funzione simmetrica dei suoi argomenti x1, x2, ..., xr+1, cioè rimane invariata quando si operi una qualsiasi sostituzione sulle x. Ciò risulta dalla seguente forma, che, come osservò-Ampère, si può sempre dare a una funzione siffatta:
Ciò posto, si può dimostrare una notevole formula d'interpolazione, dovuta al Newton. Poiché il polinomio P (x) di grado n deve assumere il valore y1 = P (x1) per x = x1, la differenza P (x) − P (x1) risulta divisibile per x − x1 e quindi la funzione interpolare
è un polinomio di grado n − 1; a sua volta, P (x1, x2) deve assumere il valore P (x1, x2) per x = x2 e allora la differenza P (x1, x) − P (x1, x2) risulta divisibile per x − x2 e ciò vuol dire che la funzione interpolare P (x1, x2, x) è un polinomio di grado n − 2, ecc. Così procedendo, si perviene a una costante P (x1, x2, ..., xn, x) = P (x1, x2, ..., xn, xn+1), e si hanno le eguaglianze
dalle quali si trae la formula fondamentale di Newton
Se al secondo membro di questa formula si pongono le espressioni delle funzioni interpolari P (x1, x2),.., tratte dalla (2), e s'indicano, come dapprincipio, con yi i valori assegnati per P(x), si ottiene la formula d'interpolazione del Lagrange
Per la formazione rapida di questi polinomi d'interpolazione è stato di recente ideato da L. Poletti un algoritmo, fondato sull'uso di uno speciale triangolo aritmetico, da lui chiamato triangolo interpolare (v. G. Vivanti, Sopra un algoritmo per l'interpolazione, in Rend. Ist. Lomb. di sc. e lett., LXIII, 1930).
3. Quando di una funzione f (x) non razionale intera si conoscono i valori y1, y2,..., yn+1 corrispondenti ad altrettanti valori distinti x1, x2, ..., xn+1 della x, si potrà, in ogni caso, costruire univocamente, con i procedimenti indicati sopra, il polinomio P (x) tale che P (xi) = yi (i = 1, 2,..., n + 1) e interessa allora, specialmente in vista di applicazioni di ordine pratico, conoscere il grado di approssimazione o, se si vuole, l'errore che si commette quando si sostituisca al valore assunto da f(x) per un x diverso dagli xi il corrispondente valore assunto dal polinomio P (x). Se Rn (x) è la differenza f(x) − P (x), si dimostra che esiste sempre un punto x = ξ interno all'intervallo determinato dal minimo e massimo dei valori x1,.., xn+1, x, tale che
e si ha così la seguente formula generale
che si può considerare una generalizzazione della formula del Taylor col resto del Lagrange (v. funzione, n. 20). Facendo tendere tutti i punti x1, x2,..., xn+1 a uno stesso punto x = x0 e osservando che
si ottiene effettivamente la classica formula del Taylor.