INTERPRETAZIONE
Diritto: v. contratto (XI, p. 255); legge; testamento. - Musica. - Arte dell'esecuzione, sia vocale, sia strumentale. L'uso di apporre alle composizioni musicali indicazioni tendenti a precisarne i movimenti, i coloriti, le varie intensità di suono, è assai recente. Non sembra, infatti, che prima del sec. XVIII e anche durante i primi decennî di quel secolo se ne sia generalmente affermata la necessità.
Di esso non è traccia nelle musiche polifoniche dei secoli XV e XVI, né lo si vede praticato nelle prime musiche teatrali fiorite intorno al 1600; e mentre Giulio Caccini è uno dei primi a trarne profitto per dar chiarezza agli esempî contenuti nelle sue Nuove Musiche (1601-1615), quell'uso è, per contro, totalmente negletto da G. Frescobaldi, che, in pieno sec. XVII, pubblica le sue grandi composizioni organistiche e cembalistiche senza arricchirle mai di alcun segno d'interpretazione. Col sec. XVIII, però, e in specie nella sua seconda metà, la conoscenza e l'uso delle indicazioni di movimento, di colorito e d'intensità cominciano a diffondersi notevolmente; e sebbene J.S. Bach e Domenico Scarlatti, fioriti entrambi nella prima metà del sec. XVIII, abbiano attribuito a quelle indicazioni scarsa importanza, sì da usarle con singolare parsimonia, il loro progresso va sempre più delineandosi. Esso si accentua, anzi, sul finire del secolo, specialmente nelle composizioni per strumenti (cembalo e violino), nelle quali le indicazioni riguardanti il colorito o il movimento da dare ad alcuni tempi o ad alcuni brani sono curate con particolare attenzione. Così, mentre sul principiare del sec. XVIII le sonate per violino di A. Corelli non portano altre indicazioni fuorché quelle, semplicissime, di movimento (grave, largo, adagio, allegro, vivace) e come indicazione di colorito quelle di piano e forte, nella seconda metà del secolo stesso le composizioni strumentali di G.B. Viotti, di F. Geminiani, di L. Boccherini e di tanti altri autori sono, relativamente, assai ricche d'indicazioni interpretative. Onde nelle opere del Viotti si possono leggere le indicazioni: calando, rallentando ad libitum, stentato, risoluto, ecc., e in quelle del Boccherini le parole: soave, dolce, dolcissimo, rinforzando, crescendo, ecc., mentre il Geminiani sfoggia nelle sue Pièces de Clavecin i seguenti termini francesi: lent, lentement, vite, gayment, tendrement, amoureusement, ecc. Ma un vero e proprio sviluppo nell'uso delle indicazioni per l'interpretazione delle composizioni musicali si ha soltanto quando alla serena e classica visione musicale settecentesca succede, nei primi decennî del sec. XIX, la sempre più agitata e turbinosa visione romantica. Da allora in poi, alle accresciute ricchezze sonore delle nuove musiche vocali e strumentali corrisponderà un continuo ampliamento d'indicazioni, di avvrtimenti, di suggerimenti diversi; e verrà formandosi, così, un ricco repertorio di termini caratteristici, il quale, sebbene composto quasi soltanto di parole italiane (evidente conferma del fascino esercitato dalla musica italiana) sarà accolto e adottato da tutti i musicisti e da tutte le scuole musicali del mondo.
L'insieme delle indicazioni interpretative quale oggi è usato può esser suddiviso in tre categorie:
1. indicazioni riguardanti il movimento (il tempo) da darsi alla composizione musicale. Le indicazioni più usate per i varî tempi sono: lento, grave, adagio, largo, larghetto, andante, andantino, moderato, allegretto, allegro, presto, prestissimo, ecc., cui si aggiungono queste altre che appaiono come ampliamenti o anche sfumature delle precedenti: allargando, ritardando, stentando, rallentando, andante con moto, andante cantabile, accelerando, affrettando, stringendo, precipitando, allegro con fuoco, allegro animato, tempo rubato, ritenendo, ecc., nonché varie altre, tra quelle citate prima, nelle quali l'aggiunzione delle parole: più, meno, assai, molto più, molto meno, ecc., modifica alquando il primitivo significato.
2. indicazioni riguardanti i coloriti varî da darsi sia a un'opera intera sia a brani della stessa, quali: appassionato, comodo, con affetto, leggerissimo, brillante, scherzando, molto teneramente, dolce, dolcissimo, morendo, tranquillo, calmo, grazioso, giocondo, gaio, ecc.
3. indicazioni che si riferiscono ai varî gradi di sonorità cui può giungere l'esecuzione di un pezzo di musica. Tali sono le espressioni: perdendosi, calando, rinforzando, sforzando, tutta forza, sottovoce, mezza voce, ecc., alle quali vanno aggiunte le espressioni: forte, mezzo forte, fortissimo, piano, pianissimo, ecc. ecc., che si usano generalmente in forma abbreviata e quelle relative all'uso dei pedali nel pianoforte: una corda, tutte le corde, o ped.
È infine da aggiungere che non poche edizioni straniere, principalmente tedesche e francesi, hanno adottato l'uso, sino dal sec. XIX, di adoperare le indicazioni interpretative tradotte nella lingua rispettiva. Poiché però non era possibile tradurre in altra lingua espressioni musicali quali forte, piano, crescendo, diminuendo, ecc., che sono, da secoli, universalmente usate, è accaduto che le edizioni straniere hanno dovuto mescolare nelle loro didascalie musicali le espressioni italiane con le tedesche o le francesi, contribuendo così a diminuire la facilità e la chiarezza dell'interpretazione.
Diamo, a tal proposito (e anche per offrire un esempio dell'accuratezza con cui sono oggi redatte le indicazioni interpretative) la serie delle indicazioni bilingui con le quali Claudio Debussy illustra il 1° tempo della sua sonata per flauto, viola e arpa: Lento, dolce, rubato, melanconiquement, doux et pénétrant, en serrant, en retenant, soutenu, dolce (en dehors), affrettando, sostenuto, animando, molto ritm., vif et foyeux, vibrato, gracieux (en dehors), léger et rythmé, ecc.