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intramettere

di Vincenzo Valente - Enciclopedia Dantesca (1970)
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intramettere

Vincenzo Valente

Il verbo è usato tre volte nella Vita Nuova nel modulo sintattico ‛ non m'intrametto di ', col significato di " non mi occupo ", " non mi soffermo ", e quindi " tralascio ", con riferimento alla divisione in parti di alcuni componimenti: Vn XVI 11 non m'intrametto se non di distinguere le parti, e similmente XXII 17 e XLI 9.

E in origine un gallicismo (cfr. il francese entremettre) derivato dal latino intermittere, non più nel senso classico, ma in quello medievale di " immischiarsi " (v. DU CANGE, sub. v. INTERMITTERE). Per qualche esempio in volgare cfr. Brunetto Latini Tesoretto 619 " ed io non m'intrametto / di punto così stretto ". Tale valore si riscontra in Fiore LXII 13, CXXII 1, CLXIX 7. Un po' diverso il caso di CVII 12 Di gran follia credo m'intramettesse / voler insegnar vender frutta a trecce:, dove tutta l'espressione vale: " E credo che sarebbe indice di pazzia, come l'insegnare ad una fruttivendola a vender frutta " (Petronio).

Vocabolario
intraméttere
intramettere intraméttere v. tr. [comp. di intra- e mettere; nel sign. 2, variante di intermettere, per sostituzione di intra- a inter-] (coniug. come mettere), ant. – 1. a. Mettere dentro o in mezzo fra due o più cose, interporre, frapporre....
intramésso
intramesso intramésso s. m. [der. di intramettere; cfr. fr. entremets, fr. ant. entremes], ant. – Tramesso, piatto di mezzo.
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