introno
Solo in If IV 9 la valle d'abisso... / che 'ntrono accoglie d'infiniti guai. E lezione preferita dal Petrocchi, in luogo di truono seguita dall'ediz. del '21.
La lezione ha una sua ragion d'essere quando i. s'intenda come il " frastuono " o il " rimbombo " di tutti i lamenti d'Inferno, risalenti fino all'orlo dell'abisso, e il precedente greve truono del v. 2 come un vero e proprio tuono, non essendovi altrimenti motivo per una lettura differenziata (v. Petrocchi, ad l.). Quasi tutti gli antichi commentatori intesero il ‛ truono ' del v. 2 come una sola cosa con quello del v. 9. Dei moderni, alcuni identificano (Scartazzini-Vandelli, Mattalia), altri distinguono (Barbi, Sapegno). Il Chimenz sente il v. 9 come un compimento chiarificativo del verso precedente e spiega " che raccoglie dentro di sé gl'infiniti lamenti dei dannati, paragonabili ad un tuono perpetuo ", escludendo l'idea della percezione di quel suono " nell'atmosfera di silenzio e di riposo che segue il risveglio di Dante ". Quel che pare comunque più accettabile è che il v. 9 introduca e distingua un dato di fatto nuovo e diverso rispetto a quello significato in precedenza.
Bibl.-C. Antona Traversi, Il greve tuono dantesco, città di Castello 1887.