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intuizione

di Francesca Martini - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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intuizione

Francesca Martini

Conoscere le cose senza dover ricorrere al ragionamento

Il termine intuizione deriva dal latino tardo intuitio; il verbo intueri ha il significato letterale di "osservare dentro", quindi di cogliere immediatamente qualcosa senza aver bisogno dell'aiuto della ragione. Si usa in diversi campi specialistici, dalla filosofia alla psicologia fino alla psicoanalisi, con sfumature diverse; ma nel linguaggio comune è facile sentire espressioni come "ho avuto un'intuizione" per dire 'ho capito al volo qualcosa', oppure "è una persona che ha grande intuito" parlando di chi è dotato di intelligenza acuta e pronta, oltre che di particolare sensibilità

Una forma particolare di conoscenza

I bambini tra i quattro e i sei anni non hanno ancora la capacità di definire i concetti, non sono cioè in grado di avere l'idea di una cosa senza vedere o toccare la cosa stessa, e hanno bisogno di indicare l'oggetto corrispondente: questo aspetto del pensiero del bambino viene chiamato intuizione da Jean Piaget. Essa è una caratteristica della psicologia infantile e primitiva: è una forma di pensiero irrazionale, cioè non basata sulla ragione.

Ma l'intuizione è anche considerata da molti filosofi il fondamento di ogni conoscenza o, addirittura, il punto più alto della conoscenza. Attraverso l'intuizione ci si impadronisce di qualcosa di nuovo, si instaura un'affinità, una parentela tra il soggetto e l'oggetto; quando, invece, si ha un atteggiamento razionale si crea una distanza tra il soggetto e l'oggetto. Intuire non significa guardare in modo rapido o distratto, ma sprofondare in sé stessi.

Nello studio di problemi complessi o nella definizione di formule matematiche l'intuizione può avere un gran peso: può capitare che dopo ore e ore di ragionamenti o di tentativi per arrivare alla soluzione del problema nella mente scatti una luce, l'intuizione appunto, che permette di capire e di risolvere.

Anche nel rapporto con gli altri, specialmente con chi ci è più vicino e che quindi conosciamo meglio, può scattare l'intuizione: per esempio, possiamo intuire da uno sguardo, da un modo di fare diverso dal solito, che un amico ha un brutto pensiero, è triste o malinconico.

Capire, intuire, immedesimarsi

Ci sono mestieri o professioni in cui avere intuito è particolarmente importante: un medico dovrebbe saper capire il paziente al di là delle proprie conoscenze cliniche; anche un insegnante deve saper intuire i lati del carattere dei propri allievi, ma anche in quale modo impostare una lezione in quella classe, quali sono i tempi giusti per richiedere la massima attenzione, e così via.

Lo psicoanalista poi deve servirsi spesso dell'intuizione: una particolare forma di intuizione è quella che in psicoanalisi viene chiamata insight. Si tratta di un termine inglese che letteralmente significa "vedere dentro", quindi è la capacità di capire i propri processi psichici, di potere stabilire un contatto tra i propri livelli consci e inconsci e anche con i livelli inconsci dell'altra persona. Questa comprensione di sé stessi e dell'altro passa attraverso la ragione, ma comporta anche una partecipazione affettiva ed emozionale che è indispensabile per praticare la psicoanalisi. Nel rapporto tra psicoanalista e paziente è estremamente importante la capacità del terapeuta di immedesimarsi nell'altro fino a coglierne i pensieri più profondi e gli stati d'animo. Questa immedesimazione si chiama empatia, parola che ha origine greca e significa appunto "condivisione di emozioni", "coinvolgimento affettivo". È proprio attraverso un processo di comprensione razionale di sé stessi, insieme all'affiorare delle emozioni e dei ricordi inconsci, che la cura psicoanalitica può avere buon esito. La mancanza di insight può diventare un fatto grave quando chi ha evidenti disturbi psichici nega la propria malattia nonostante i sintomi, oppure attribuisce a cause esterne le ragioni della sua sofferenza. Per esempio chi è affetto da delirio di persecuzione vede sempre qualcuno o qualcosa che lo perseguita, mentre ha il male dentro di sé.

Vedi anche
intelletto La facoltà, propria dello spirito, o pensiero, di intendere le idee o di formare i concetti, o il potere conoscitivo della mente (contrapposta alla sensibilità, alla volontà ecc.). L’uso filosofico del termine, nella forma greca del νοῦς, è inaugurato da Anassagora, che con esso identifica la divinità ... oggetto Ogni cosa che il soggetto percepisce come diversa da sé ed esterna, quindi tutto ciò che è pensato, in quanto si distingue sia dal soggetto pensante sia dall’atto con cui è pensato (per lo più contrapposto a soggetto). In senso concreto, ogni cosa che cada sotto i sensi dell’uomo, in particolare che ... idea Nel significato più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più in particolare, la rappresentazione di un oggetto alla mente, la nozione che la mente si forma o riceve di una cosa reale o immaginaria. filosofia Il termine greco ἰδέα entrò nel linguaggio filosofico ... forma botanica forma biologica Insieme di piante che, anche se sistematicamente lontane, hanno in comune caratteri ecologici e di adattamento. Tra i vari sistemi di classificazione delle forma biologiche, il più noto è quello di C. Raunkiaer, basato sull’adattamento delle piante alle condizioni ambientali ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Psicologia e psicanalisi
  • PSICANALISI in Psicologia e psicanalisi
  • PSICOLOGIA COGNITIVA in Psicologia e psicanalisi
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    In filosofia, rapporto immediato e diretto tra soggetto pensante e oggetto; questo rapporto può essere poi inteso come semplice presenza dell’oggetto alla mente o come immedesimazione del soggetto nell’oggetto. Già nella filosofia antica e medievale sono rintracciabili entrambi i significati. Così Platone ...
  • intuizione
    Dizionario di filosofia (2009)
    Rapporto immediato e diretto tra soggetto pensante e oggetto, che può essere inteso o come semplice presenza dell’oggetto alla mente, o come immedesimazione del soggetto nell’oggetto. Già nella filosofia antica e medievale sono rintracciabili entrambi i significati. Così Platone e Aristotele affermano ...
  • intuizione
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    intuizióne [Der. del lat. intuitio -onis, da intueri "veder dentro"] [FAF] Conoscenza diretta e immediata d'una verità che si manifesta allo spirito senza bisogno di ricorrere al ragionamento, cioè come rapporto diretto e immediato tra soggetto pensante e oggetto.
  • INTUIZIONE
    Enciclopedia Italiana (1933)
    (lat. intuitio; ted. Anschauung) Ferdinando D'Amato È un atto conoscitivo semplice, istantaneo, sinottico; designa perciò una forma di conoscenza immediata, in contrapposto a ogni conoscenza di carattere discorsivo. Nell'ambito di questo significato fondamentale il termine ha subito grande varietà ...
Vocabolario
intuizióne
intuizione intuizióne s. f. [dal lat. tardo intuitio -onis; v. intuire]. – 1. Conoscenza diretta e immediata di una verità, che si manifesta allo spirito senza bisogno di ricorrere al ragionamento, considerata talora come forma privilegiata...
intuizionismo
intuizionismo s. m. [der. di intuizione]. – In filosofia, ogni concezione che assegna all’intuizione un ruolo privilegiato, come capacità di cogliere verità certe sia sul piano gnoseologico sia su quello morale: l’i. di Bergson contrappone...
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