inveggia
Gallicismo, da ricondurre al provenzale envja, " invidia " (" più che la forma del vocabolo, ce ne persuade il trovarsi esso adoperato solo in poesia ": Parodi, Lingua 227), di uso abbastanza frequente nella lirica due-trecentesca (cfr. per es., oltre a Patecchio Spianamento 188 " qe 'nveça ie'l fa dire ", Guinizzelli Tegno de folle 'mpres', a lo ver dire 38; Cino da Pistoia Caro mio Gherarduccio 1, L'alta vertù 48, Naturalmente ogni animale 18).
Ricorre in Pg VI 20 (Vidi... l'anima divisa / dal corpo suo per astio e per inveggia / ... non per colpa commisa), accompagnato da altri due gallicismi in posizione dirima: commisa (v. 21) e proveggia (v. 22); il che ha indotto a supporre un'intenzionale caratterizzazione linguistica del personaggio di Pierre de la Brosse. Cfr. anche INVEGGIARE; INVIDIA.