inviare
Verbo di uso poetico, con una sola eccezione. Nel senso di " avviare per un cammino ", " indirizzare ", in Pg X 102 questi ne 'nvïeranno a li alti gradi, XXI 72 quel Segnor... tosto sù li 'nvii, e, sostantivato, XXI 83 sì che i diletti lo 'nvïarci suso (si noti che l'oggetto è sempre un pronome). Analogamente in Fiore ccr 7 immantenente Amor a me lo 'nvia, lo " manda ".
In altri casi, ancora per " avviare ", ha valore figurato: Cv II XV 1 Boezio e Tullio... con la dolcezza di loro sermone inviarono me... ne lo amore, cioè ne lo studio, di questa donna, la filosofia; così anche in Pg XXII 64, con riferimento alla poesia (Tu prima m'invïasti / verso Parnaso), detto da Stazio a Virgilio.
Due volte ricorre il sintagma ‛ i. l'occhio ': in If IX 109, con l'avverbio intorno, vuoi dire " volgere in giro lo sguardo " (cfr. IV 4 l'occhio... intorno mossi); in Pd XXXIII 44 nel qual [l'etterno lume] non si dee creder che s'invii / per creatura l'occhio tanto chiaro, vale " penetrare, inoltrarsi con l'intelletto ". Il costrutto ha valore passivo. Per la variante s'inii, cfr. Petrocchi, ad l., e Pézard 1665-1666.