invitare
Nel senso proprio solo in Rime XCI 87 Se cavalier t'invita... / imprima che nel suo piacer ti metta, / espia... de la sua setta, in un contesto metaforico: D. si rivolge alla canzone avvertendola che, " se andando in giro le avverrà di essere invitata... da qualche cavaliere, prima di fare il suo volere, badi bene d'indagare sulla compagnia che egli frequenta " (Barbi-Pernicone, nota ai vv. 81-96).
Negli altri casi vale piuttosto " esortare ": così in Rime CVI 107 Fassi dinanzi da l'avaro volto / vertù, che i suoi nimici a pace invita, e in Cv IV XI 12, dove si dice che Cristo ‛ invitò e confortò ' li uomini a liber[ali]tade di benefici. Anche seguito da proposizione: messo è che viene ad invitar ch'om saglia (Pg XV 30); Questo m'invita, questo m'assicura / ... a dimandarvi (Pd IV 133); per leccar lo specchio di Narcisso, / non vorresti a 'nvitar molte parole (If XXX 129: si noti il costrutto, con la dipendente che precede: " non occorrerebbero molte parole per invitarti a ", ecc.).
Un po' diversi i casi di Pd XIII 36 a batter l'altra [paglia: fuor di metafora, " a chiarirti l'altra verità "] dolce amor m'invita, " mi spinge ", " m'induce ", e If VI 59 Ciacco, il tuo affanno... / a lagrimar mi 'nvita, " mi dispone al pianto ".