Io son sì vago de la bella luce
. Sonetto attribuito a D. da numerosi manoscritti, fra i quali la Raccolta Aragonese e i codici del gruppo facente capo al Magliabechiano VII 722 e al Laurenziano Strozziano 170, nonché il Magliabechiano VII 624. Ma l'autorevole testimonianza del testo Beccadelli (donde la raccolta Bartoliniana e il codice Universitario bolognese) e soprattutto del Barberiniano XLV 130 (ora Vaticano Barb. lat. 4036) sembra assegnarlo definitivamente a Cino da Pistoia.
Bibl.-Per la bibliografia v. le voci Ben dico certo che non è riparo; e' non è legno di sì d'orti nocchi; e inoltre: L. Di Benedetto, Contributi ciniani, in " Bull. Stor. Pist. " XXVI (1924) 60-71; D. De Robertis, Censimento dei manoscritti di rime di D., in " Studi d. " XXXVII (1960) 178, 205, 241, 253; XXXVIII (1961) 193, 195, 241, 263; XXXIX (1962) 139, 150, 155, 186, 191, 201, 209; XL (1963) 454, 460, 477, 489, 492; XLI (1964) 110, 118, 131; XLII (1965) 464; XLIII (1966) 216; XLV (1968) 190, 198.