ANTONESCU, Ion
Generale e uomo politico, nato a PiteŞti (Romania) il 2 giugno 1882 da una famiglia di militari e agricoltori. Entrato nell'esercito, nel 1907 represse pacificamente una rivolta di contadini. Si distinse nelle operazioni militari dei Balcani nel 1913 e, più tardi, nella prima Guerra mondiale. Nell'autunno 1919 occupò Budapest e domò la rivoluzione di Bela Kuhn. Dopo il 1920 fu inviato in diverse missioni diplomatiche a Parigi, Londra, Ginevra. Comandante della scuola di guerra di Bucarest e, nel 1933 capo di Stato maggiore generale, nel 1938 fu nominato ministro della Difesa nazionale nel gabinetto O. Goga. Nel 1939, comandante militare della Bessarabia, si oppose all'esecuzione sommaria dei legionarî della regione, ordinata da Carol II in seguito all'uccisione di A. Călinescu. Fu collocato a riposo e, più tardi, chiuso nel monastero di Bistriţa. I disastri politici romeni nell'estate 1940 indussero il re a incaricare l'A. (5 settembre 1940) di formare il nuovo gabinetto. Egli accettò a condizione che la corona rinunziasse ad importanti prerogative (diritto di grazia, di nomina dei ministri, di conclusione dei trattati). Dopo l'abdicazione di Carol II a favore del figlio Michele (6 settembre 1940), l'A. fu proclamato Conducător della Romania in base alle prerogative assunte in seguito alla rinunzia del re.
Divenne così non soltanto il capo del governo ma anche dello stato. Dopo la proclamazione dello stato legionario (14 settembre 1940), egli si circondò di nuovi collaboratori, come Horia Sima, capo della Guardia di ferro e vice-presidente del consiglio; come Mihai Antonescu, ministro di Giustizia e uomo di fiducia del conducător. Ma ben presto si delineò un contrasto nelle direttive di governo tra il conducător e Sima. L'arresto e l'uccisione - senza il consenso di Antonescu - di alcune personalità politiche (tra cui Iorga, il 28 novembre 1940) provocano un aperto conflitto e la ribelliom della Guardia di ferro (21-23 gennaio 1941) subito domata dall'A. con l'appoggio dell'esercito. La politica dell'A. si orientò sempre più verso l'Asse. Invitato da Hitler (aprile 1941) a occupare il Banato iugoslavo, popolato in buona parte da Romeni, egli si rifiutò d'intervenire contro la Iugoslavia. Impegnato "con l'Asse sino in fondo", quando la Germania dichiarò guerra alla Russia, partecipò alle operazioni, rivendicando la Bessarabia e la Bucovina, cedute all'URSS nel 1940. Comandante supremo dell'ala destra dell'immenso fronte, riconquista le due regioni (luglio 1941), occupa Odessa (16 ottobre) e prende parte alle operazioni di Crimea portando le truppe romene sino al Volga e al Caucaso. Dopo il crollo tedesco, re Michele conclude un armistizio segreto con l'URSS (23 agosto 1944) e fa arrestare il maresciallo. Processato, fu condannato a morte come criminale di guerra il 17 maggio 1946 insieme a Mihai Antonescu. La sentenza fu eseguita a Bucarest il 1° giugno 1946.
Bibl.: Oltre ai suoi scritti e discorsi: Per la realizzazione della Romania legionaria (Proclami, discorsi, avviamenti), Bucarest 1940: Îndemnuri româneŞti (Parole di incitamento ai romeni), a cura di F. Monteanu-Râmnic, ivi 1941; Către Români; Chemâri-cuvăntări-documente (Ai Romeni: appelli, discorsi, documenti), a cura dell'amm. D. Zaharia, ivi 1941; vedi Revista fundaţiilor regale, n. 8-9, agosto-settembre 1941.