Vedi ION dell'anno: 1961 - 1961
ION
(῎Ιων). − La mitica figura del fondatore della stirpe ionica ha dato luogo ad un complesso nucleo leggendario elaborato con particolare cura in Attica allo scopo di celebrare come fatto ateniese l'origine della stirpe ionica.
I. sarebbe, quindi, nato ad Atene sulle pendici settentrionali dell'Acropoli in una grotta nella quale la madre Creusa, figlia di Eretteo, signore della città, subì violenza da parte di Apollo. Per nascondere il fatto il bimbo venne esposto ed Eretteo dette Creusa in isposa a Xuthos, eroe tessalico, figlio di Doro, capostipite della stirpe dorica, che si era stabilito in Atene. Il giovane I. fu raccolto da Hermes, per incarico di Apollo, e condotto a Delfi dove venne affidato alla Pizia per essere allevato nel santuario. Da Xuthos Creusa ebbe un secondo figlio, Acheo, cui si ricollega la stirpe achea. I. visse varie peripezie e tornò infine ad Atene dove fu accolto come signore della città, che egli amministrò con grande oculatezza organizzandola politicamente, dividendone la popolazione in quattro tribù, guidandola nella lotta contro le popolazioni vicine e contro i traci Eumolpidi.
Le raffigurazioni del mito di I. sono molto numerose e si riferiscono prevalentemente all'episodio del riconoscimento di I. alla presenza di Apollo, per parte di Creusa. In una oinochòe del Pittore di Shuvalov a Kassel (T. 43), compaiono Creusa e I. dinanzi ad Apollo. In una oinochòe da Nola si ha analoga rappresentazione con Creusa che tende le mani verso Ion. In una hydria calcidese del Fitzwilliam Museum di Cambridge compare un gruppo di figure una delle quali è contrassegnata dalla iscrizione. Un cratere attico a figure rosse di stile avanzato al Louvre (G. 515), presenta I. insieme ad Artemide, Apollo ed Hermes.
Nelle metope xiii e xiv del lato S del Partenone, fra i personaggi della famiglia di Eretteo sono stati riconosciuti erroneamente Creusa, I., la Pizia e Xuthos, mentre invece si tratta dello scoprimento della cista con Erittonio da parte delle Cecropidi. Ugualmente errata è l'interpretazione di Creusa, Erittonio, ed altri personaggi in un rilievo dal Fàlero al Museo Nazionale di Atene, con la supposta scena del riconoscimento. Creusa con il figlio I. sulle ginocchia compare invece nell'ala destra del frontone O del Partenone. Anche nel fregio settentrionale dell'Eretteo è stato riconosciuto I. nell'atto della sua presentazione al santuario, presenti Hermes ed Apollo. Un'ultima raffigurazione dell'eroe si ha nel tempio del Kolonàs Agoràios di Atene, ove questo sia da riferire ancora a Teseo (cosiddetto Theseion ed oggi, più comunemente, Hephaisteion). In tal caso I. sarebbe rappresentato alla testa degli Ateniesi in atto di respingere dei guerrieri (Eumolpidi?) [lato E].
Bibl.: Herod., V, 66; VII, 94; VIII, 44; Strabo, VIII, 238, 9; 397; Eurip., Ion, passim; Paus., I, 31, 3; II, 14, 2; 26, 1. Hydrìa di Cambridge: A. Rumpf, Chalkidische Vasen, Berlino-Lipsia 1927, pp. 11, 47, 51, 52, tavv. XVII, XVIII; C. V. A., Great Britain, 6, Cambridge, i, p. 17, tav. VIII. Oinochòe di Kassel: J. D. Beazley, Red-fig., p. 753, n. i [Shuvalov Painter]. Oinochòe di Nola: in Arch. Zeit., X, 1852, tav. 37, 1, 2. Cratere del Louvre: C. V. A., France, 8, Louvre, 5, III, I c, tav. 4, n. 2. Metope del Partenone: Fr. Studniczka, in Neue Jahrbücher f. d. Kl. Phil., XXIX, 1912, p. 262 ss.; Ch. Picard, Manuel, II, i, Parigi 1939, p. 404, n. 2; G. Becatti, Problemi fidiaci, Milano 1951, p. 17 ss. Rilievo del Fàlero: Fr. Studniczka, op. cit., p. 262, tav. 5; N. Svoronos, Das Athener Nationalmuseum, Atene 1911, tav. 181. Fregio dell'Eretteo: Ch. Picard, op. cit., II, i, p. 749 (con bibl.). Theseion: H. A. Thompson, The Pedimental Sculpture of the Hephaisteion, in Hesperia, XIX, 1950, p. 143 ss.; S. Papaspiridi Karousou, Alkamenes und der Hephaisteion, in Ath. Mitt., LXIX-LXX, 1954-55, p. 67 ss.; H. Koch, Studien zum Theseustempel in Athen, Berlino 1955.