IONA
(Iova insula, Hy nei docc. medievali)
Piccola isola della Scozia, nella contea di Argyllshire, situata al di là della punta occidentale dell'isola di Mull, non troppo distante dalla costa settentrionale dell'Irlanda.La geologia di I., da mettere in relazione con quella delle Ebridi Esterne, determinò la disponibilità di gneiss, di calcare e di marmi che è all'origine dei molti edifici e monumenti in pietra dell'epoca medievale.Nel 563 ca. s. Colomba fondò a I. un monastero che divenne il principale centro del monachesimo irlandese, descritto da Adamnano nella Vita sancti Columbae. Fu partendo da I. che Aidano (m. nel 651) convertì la Northumbria al cristianesimo e fondò l'influente monastero di Lindisfarne (635 ca.) nella tradizione ecclesiastica celtica. Stretti legami furono lentamente instaurati anche con la Chiesa dei Pitti nella Scozia orientale. La posizione geografica rese I. un fulcro per la cultura iberno-sassone e per l'arte religiosa irlandese e dei Pitti.La testimonianza di Adamnano trova conferme archeologiche nell'isola, dove è conservato un recinto monastico all'interno del quale sono distribuiti chiese, cimiteri e croci in pietra, su di un'area di ha 8. I primi edifici erano in legno; il vetro e il metallo cominciarono a essere lavorati solo nel sec. 7°, secondo modalità che trovano analogie nella scultura e nella decorazione libraria. Una serie di lastre con croce utilizzate come coperture tombali - alcune iscritte con nomi irlandesi - risale ai secc. 7° e 8°, ma i più significativi monumenti sono le croci stanti in pietra dell'8° e 9° secolo. La croce di St Oran è decorata con motivi a spirale e bugne, che ricordano i contemporanei e raffinati disegni dei lavori in metallo, benché vi compaiano anche le raffigurazioni della Vergine con il Bambino e di personaggi dell'Antico Testamento. La croce di St John ha una terminazione circolare con ornamenti di tipo celtico; essa venne realizzata rifacendosi alle tecniche della carpenteria, con giunti a tenone ricavati nella pietra, e decorata con motivi bombati che imitano i ribattini granulati dell'oreficeria. La croce di St Martin, anch'essa a terminazione circolare, ha uno schema decorativo con serpenti e bugne, confrontabile con lavori in metallo, e presenta le immagini di Davide, Daniele, Abramo, Isacco e della Vergine con il Bambino. Altri frammenti comprendono una memoria di epoca vichinga su cui è raffigurata una barca con uomini armati, tra cui anche un fabbro, alla maniera dei monumenti del sec. 10° della Northumbria e dell'isola di Man.L'influenza del centro culturale e letterario monastico di I. nel sec. 7° si estese all'Irlanda e anche alla Scozia dei Pitti e alla Northumbria anglosassone. La libertà di movimento in quest'ambito di irlandesi, pitti e angli coinvolti nel movimento monastico ha indotto gli studiosi ad attribuire i più importanti libri decorati prodotti in tale contesto a queste etnie. La Vita sancti Columbae di Adamnano riporta che il santo avrebbe scritto personalmente un salterio che in seguito fu venerato. Il dibattito - tuttora irrisolto - riguarda la possibile provenienza da I. di due importanti codici: il Libro di Durrow e il Libro di Kells (Dublino, Trinity College, 57; 58). La data comunemente accettata per il Libro di Durrow è il 675 ca. e gli indizi paleografici suggeriscono un'origine dalla Northumbria, anche se la combinazione di elementi decorativi indica modelli nell'ornamentazione germanica, celtica e pittica (Wilson, 1984; Henderson, 1987). Dato che a I. era presente una comunità culturale mista, sarebbe stato naturale per il codice riflettere le diverse fonti all'interno di quel mondo monastico. Simile controversia riguarda il Libro di Kells, che contiene una vasta gamma di ornamenti all'interno dei suoi stili innovativi. È generalmente accettato che il codice sia stato iniziato a I. e proseguito a Kells, in Irlanda, dove la comunità era migrata. È suggestiva l'ipotesi che sia stato realizzato per commemorare il secondo centenario della morte di s. Colomba nel 797 (The Book of Kells, 1974).La restaurata abbaziale benedettina, sita all'interno del recinto monastico, venne costruita nel 1200 ca. con impianto cruciforme; in seguito fu ampliato il coro in un più lungo braccio provvisto di navatelle e si aggiunse un transetto meridionale, allargato alla fine del 13° secolo. Sono sopravvissute alla Riforma soltanto le parti orientali della chiesa, dove rimangono raffinate arcate del sec. 13° e trafori in curvilinear style. I capitelli sono fogliati e istoriati e uno di questi è firmato dall'artigiano del sec. 15° Donald Ó Brolchán. Il chiostro presenta coppie di sostegni poligonali binati del sec. 13°; gli edifici claustrali sono stati ripristinati per l'uso attuale. Nel complesso l'architettura dell'impianto monastico è modesta, come anche quella di altri edifici medievali minori di I., un fatto che, a dispetto dell'importanza religiosa e dinastica del sito nel Medioevo, va imputato alla sua collocazione estremamente periferica.Delle strutture del convento delle Agostiniane non rimane molto, tuttavia la chiesa dell'inizio del sec. 13° conserva alcune caratteristiche del Romanico più tardo, come le arcate e le finestre a lancetta a tutto sesto. Il chiostro del sec. 15° aveva sostegni appaiati con terminazioni trilobe ad arco acuto e gli spigoli interni delle gallerie erano decorati con piccoli pannelli a ornamentazione geometrica che ricordano il Romanico irlandese, qui in una tarda eco. All'interno del recinto del convento si trova la chiesa di St Ronan, edificio a navata unica del tardo 12° secolo.Dello stesso secolo è la cappella di St Oran, a navata unica, con portale occidentale a doppio strombo con arco sopracciliare modanato, interamente decorato con billettes, chevron, animali vestiti e maschere umane, molto simili a quelli del portale della cattedrale di Clonfert, in Irlanda, tuttavia in scala più modesta. All'interno una pretenziosa nicchia per una tomba di epoca tardomedievale dimostra che la chiesa veniva utilizzata come cappella mortuaria: essa sorge nel principale campo di sepoltura di I., occupato dai MacDonald, signori dell'isola.Nel Medioevo maturo I. fu una necropoli aristocratica, motivo questo della presenza nell'isola di un gran numero di croci elaborate, coperture di tombe ed effigi, molte delle quali nello stile degli Highlands occidentali. Esse sono realizzate per lo più in scistoclorite, un materiale adatto alla collocazione all'aperto. La produzione di lastre tombali di I. è caratterizzata da un fogliame rampicante e intrecciato basato su modelli romanici e a foglia rigida. Gli esemplari più tardi presentano tra la vegetazione navi e spade. Su un gruppo locale di effigi di militari dei secc. 14° e 15° appaiono figure armate con maglie di ferro a catena con scudi araldici; le immagini degli abati sono meno caratterizzate, qualche volta sommari riflessi del tipo in uso in Europa. Una raffinata croce in pietra del tardo sec. 15°, la croce di Maclean, presenta una decorazione fitomorfa di gusto antiquato: potrebbe trattarsi dunque di una ripresa degli stili di I. o di un motivo fossilizzatosi nel repertorio dell'isola.
Bibl.:
Fonti. - Adamnano, Vita sancti Columbae, a cura di W. Reeves, Dublin 1857, pp. 41, 34.
Ed. in facsimile. - The Book of Kells. Reproductions from the Manuscripts in Trinity College Dublin, a cura di F. Henry, London 1974, pp. 216-221.
Letteratura critica. - T.J. Brown, Northumbria and the Book of Kells (Anglo-Saxon England, 1), Cambridge 1972, p. 219ss.; Argyll, an Inventory of the Monuments. Iona (Royal Commission on the Ancient and Historical Monuments of Scotland, 4), Edinburgh 1982; D.M. Wilson, Anglo-Saxon Art from the Seventh Century to the Norman Conquest, London 1984, pp. 34-36; G. Henderson, From Durrow to Kells: the Insular Gospel-Books 650-800, London 1987, pp. 54-55.J.T. Lang