ionoforesi
Tecnica elettroterapica (detta anche iontoforesi) utilizzata per favorire la penetrazione di farmaci nei tessuti. Essa sfrutta la forza elettromotrice repulsiva generata da una corrente galvanica a bassa intensità prodotta con due elettrodi applicati sull’epidermide. La corrente elettrica favorirà la migrazione della sostanza da un polo all’altro, così che essa penetrerà nei tessuti dove potrà essere assorbita. In questo modo è possibile modulare molto meglio la quantità di farmaco assorbita: non vi sono infatti né gli effetti collaterali tipici dei farmaci introdotti, né va presa in considerazione l’eventuale presenza di eccipienti. Si eliminano inoltre le eventuali interferenze dovute principalmente al metabolismo epatico del farmaco, il quale può anche avere una breve emivita poiché non deve entrare nel circolo sanguigno. Ciò consente di utilizzare il farmaco in concentrazioni più elevate e con elevata specificità locale, evitando inoltre i rischi e l’invasività dei metodi di somministrazione parenterale (iniezioni, endovena). La somministrazione avviene tramite l’applicazione della corrente al farmaco nel polo elettricamente corrispondente (se la sostanza è carica positivamente, andrà posta all’elettrodo positivo). Una soluzione di cationi (ioni +) intorno al catodo sarà dunque indotta a migrare verso il corpo. Tuttavia, non è questo l’unico processo coinvolto nella ionoforesi. Il trasferimento delle sostanze è infatti dovuto anche all’elettrosmosi resa possibile dalla carica negativa della pelle a pH fisiologico, che facilita dunque l’attrazione di cationi, e all’effetto della corrente elettrica sui pori dello strato corneo dell’epidermide. La ionoforesi, sperimentata già all’inizio del XX sec., viene utilizzata soprattutto per terapie che prevedano la somministrazione locale di farmaci antinfiammatori. La corrente produce inoltre la polarizzazione delle terminazioni nervose, con un conseguente effetto antidolorifico. Un altro uso della ionoforesi è la somministrazione a scopo sperimentale di sostanze neuroattive per valutare la risposta dell’organismo senza causare effetti sistemici.