Stalin, Iosif Vissarionovic
Stalin, Iosif Vissarionovič Pseudonimo del politico sovietico I.V. Džugašvili (Gori, Georgia, 1879 - Mosca 1953). Dopo aver frequentato, dal 1894 al 1899, il seminario teologico di Tiflis, entrò nel POSDR (Partito operaio socialdemocratico russo, poi russo bolscevico, dal 1922 PCUS) allora clandestino, partecipando quindi alla rivoluzione del 1905. Dal 1912 venne chiamato a far parte del comitato centrale del partito, nell’ala bolscevica, e con la pubblicazione di Il marxismo e il problema nazionale (1913), vicino alle idee di Lenin sulle nazionalità come elemento disgregante dello Stato zarista, S. acquisì grande seguito. Nel 1917, tra la rivoluzione di febbraio e la rivoluzione d’ottobre, assunse con L. Kamenev la direzione della «Pravda» e dopo ottobre divenne commissario del popolo alle nazionalità. Alla morte di V.I. Lenin (1924), S. prevalse sia nella battaglia politica contro L. Trockij (➔) e le sue tesi di «rivoluzione permanente» e di espansione internazionale del socialismo, sostenendo egli, piuttosto, l’edificazione del «socialismo in un paese solo», sia nella battaglia economica contro il gruppo dei primi pianificatori, tra cui N. Konohat'ev (➔), difensori di uno sviluppo equilibrato dell’economia contro le politiche staliniane di industrializzazione forzata. Abolita la NEP (➔), S. assunse un potere illimitato, attuando la politica economica del ‘grande balzo’ (con la realizzazione dal 1928 in poi dei piani quinquennali; ➔ pianificazione centralizzata), preceduta e seguita dall’eliminazione dei kulaki e degli oppositori, tra cui molti economisti, menscevichi e bolscevichi nelle ‘purghe’ che insanguinarono l’URSS negli anni 1930. ● La vittoria ottenuta assieme agli Alleati sulle forze nazifasciste nella Seconda guerra mondiale permise a S. di conseguire un notevole prestigio internazionale che si concretizzò nella partecipazione alle conferenze di Teheran (1943), Jalta e Potsdam (1945). L’instaurarsi di regimi comunisti nell’Europa orientale suggerì a S. di riformulare la tesi del «socialismo in un paese solo» in quella di «campo socialista» (Problemi economici del socialismo nell’Unione sovietica, 1952).