Ipazia
Filosofa (n. Alessandria d’Egitto - m. ivi 415 d.C.). Figlia di Teone Alessandrino, scrisse di filosofia neoplatonica, di matematica e di astronomia; in partic. commentò Apollonio, Tolomeo e Diofanto. Le sue opere sono andate perdute. Fu maestra di Sinesio. È nota soprattutto per la sua tragica fine, maturata nell’ambito dei contrasti tra Cirillo, appena eletto patriarca di Alessandria, e Oreste, il prefetto cittadino: il secondo accusò il primo di aver istigato l’espulsione degli Ebrei alessandrini da parte dei cristiani, e riaffermò la propria autorità di fronte agli attacchi dei seguaci di Cirillo; questi, non potendo colpire direttamente il prefetto, si rivolsero contro un personaggio della sua cerchia. Così, in un giorno del marzo del 415, I. fu assalita per la strada da una folla di fanatici capeggiati dal lettore Pietro, trascinata in una chiesa e massacrata; i resti del suo cadavere fatto a pezzi furono arsi.