Ipca
s. m. inv. Sigla di Indice dei prezzi al consumo armonizzato per gli Stati membri dell’Unione europea.
• Secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, l’indice dei prezzi al consumo a gennaio 2015 è tornato nuovamente in deflazione (come già ad agosto e settembre 2014), dopo la variazione tendenziale nulla registrata a dicembre. Negativo anche l’indice armonizzato europeo (Ipca) che, diversamente dall’indice Nic, tiene conto anche dei saldi invernali (che determinano un -23% congiunturale per i prezzi di abbigliamento e calzature): -2,4% su base mensile e -0,4% annuo, il livello più basso dal 2001. (Enrica Piovan, Sicilia, 4 febbraio 2015, p. 10, Economia & finanza) • Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,3% su base mensile mentre diminuisce dello 0,3% su base annua (era -0,2%). Il rialzo mensile è dovuto al rientro definitivo dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature. Insomma l’Italia rimane in deflazione, con il -0,4% di aprile che rappresenta il peggiore da inizio anno. (Paolo Pittaluga, Avvenire, 30 aprile 2016, p. 19, Economia & lavoro) • L’andamento dei prezzi non è stato peraltro uguale per tutte le famiglie italiane. In media, nel 2016, per i nuclei con minore capacità di spesa «e dunque verosimilmente meno abbienti», la variazione dei prezzi al consumo, misurata con l’indice Ipca, è stata negativa (-0,5%), mentre per quelle con maggiore capacità di spesa è risultata positiva (+0,1%). (R. E., Unità, 17 gennaio 2017, p. 4, Primo piano).
- Già attestato nell’Unità del 1° aprile 2000, p. 12, Economia.