iper-rigore
s. m. Rigore assoluto e intransigente per il rispetto delle regole di una corretta amministrazione, con particolare riferimento ai temi dell’economia e della finanza.
• Forse solo a Berlino o a Londra trovi tanta vivacità di imprenditori, investitori e giovani laboriosi. E seppure dopo la rivoluzione due milioni di giovani polacchi qualificati o meno abbiano trovato fortuna in Uk, Germania o Svizzera, Varsavia, come altre città polacche, è diventata anche un magnete per i nuovi migranti: giovani qualificati dall’Europa meridionale schiacciata da debito, recessione e iper-rigore alla tedesca per impieghi più scelti, ucraini, cittadini di altre parti dell’ex Unione sovietica e persino vietnamiti per lavori più umili. (Andrea Tarquini, Repubblica, 15 aprile 2013, Affari & Finanza, p. 12) • la Grecia alla fine ha dovuto piegare la testa per restare nell’euro ma la sua battaglia contro l’iper-rigore non è tutta caduta nel vuoto: perché gli eccessi si sono dimostrati comunque dannosi sbriciolando sviluppo economico e consensi politici all’euro, perché la consapevolezza degli errori commessi si è fatta strada introducendo nel governo dell’euro più flessibilità e pragmatismo pur nel ribadito rispetto delle regole comuni, perché infine tutti i paesi europei, Germania compresa, hanno bisogno di carburare la ripresa quando l’economia globale frena e i debiti senza crescita si fanno insopportabili. (Adriana Cerretelli, Sole 24 Ore, 22 settembre 2015, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal s. m. rigore con l’aggiunta del prefisso iper-.
> anti-rigore, eurorigore.