iperidentitario
(iper-identitario), agg. Eccessivamente connotato da un’identità socioculturale.
• Ma la scena britannica è davvero un «caso di scuola». […] Dove i flussi di migrazione sono già bloccati e lo «scontro di civiltà» già vissuto, con i Tories che appaiono anzi più «liberali», per non parlare dei LibDem. Dove però non esiste sinistra «radicale» nel sistema della rappresentanza, tra i più evocati dai «bipartitisti». Dove, di converso, fuori dal Parlamento «alternative» di sinistra han cercato d’organizzarsi, «neo-socialiste» o radicalissime, iper-identitarie o «ibride»: tutte marginali. (Anubi D’Avossa Lussurgiu, Liberazione, 3 maggio 2008, p. 2, Primo Piano) • «Dov’è atteso anche [Piero] Fassino», aggiunge [Roberto] Tricarico, e dove ci sarà sicuramente il dalemiano [Gianni] Cuperlo. Un elemento in più per portare acqua alla tesi del cossighismo del sindaco alla luce, sull’altro fronte, delle parole di un rutelliano doc come [Gianni] Vernetti: «Per dialogare con l’Udc, partito iperidentitario, serve che l’anima cattolica del Pd si organizzi. Non c’è nulla di male, a meno che non diventino un comitato d’affari». (Beppe Minello, Stampa, 14 settembre 2008, p. 55, Cronaca di Torino) • I moderati sono spariti da anni dall’orizzonte della nostra politica, trascinati via dal disfacimento della Dc, divenuti sinonimo di trasformismo, debolezza, ambiguità nella corsa iperidentitaria del bipolarismo tra destra e sinistra. (Lucia Annunziata, Stampa, 14 aprile 2009, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dall’agg. identitario con l’aggiunta del prefisso iper-.
- Già attestato nella Repubblica del 31 agosto 2001, p. 21, Politica (Pietro Folena intervistato da Gianluca Luzi).