IPERMNESTRA
(῾Υπερμηᾒστρα, Υπερμνηᾒστρα). − Una delle protagoniste del celebre mito delle Danaidi, nel quale occupa un posto particolare.
Unica delle cinquanta figlie del re Danao a disobbedire agli ordini paterni, essa − infatti − nella notte nuziale risparmia la vita dello sposo Linceo che, secondo alcune fonti, aveva rispettato la sua verginità. Dopo ciò Linceo fugge da Argo ed I. viene trascinata in giudizio dal padre: qui, tuttavia, riacquista la libertà per intercessione di Afrodite o per diretto intervento del popolo d'Argo, secondo due versioni del mito. Concorde conclusione della vicenda nelle varie fonti è la riunione degli sposi, che lasciano Argo; qui regnerà − poi − il loro figlio, Abas. Una tradizione locale isolata (raccolta in Paus., Il, 21, 2) ricorda la tomba di I. ad Argo. Una statua di I. era collocata assieme a quelle degli eroi argivi nel grande donario a Delfi dedicato nel 369-367 a. C. (Paus., x, 10, 5) e un'altra era a Roma nel portico detto delle Danaidi presso il tempio di Apollo Palatino.
Un vetro romano del museo di Colonia ci conserva l'unica sicura rappresentazione figurata del mito di I., che in esso compare mentre si volge armata verso Linceo; Pothos, presso quest'ultimo, interverrà a fermare la mano di lei. Da scartare, invece, come non pertinente al nostro mito, è la figurazione di una situla etrusca della ex Collezione Czartoryskj nella quale si sono talvolta riconosciuti I., Danao e Linceo. Una statua di fanciulla seduta su una roccia con una spada in mano, interpretata per I. dallo Arndt, appare assai dubbia. Una gemma della Collezione Sangiorgi a Roma la rappresenta con la spada dinnanzi a Linceo.
Bibl.: Drexler-Roscher, in Roscher, I, 2, coll. 2843-2844 (1); P. Grimal, Dictionnaire de la Mythologie Grecque et Romaine, Parigi 1951, pp. 114-115, 218 (1); UY. Pestalozza, Il crimine delle Danaidi, in Studi in onore di A. Calderini e R. Paribeni, I, Milano 1956, pp. 1-13, passim; A. Carnoy, Dictionnaire étymologique de la mythologie greco-romaine, Parigi 1957, p. 76; H. J. Rose, A Handbook of Greek Mythology, Londra 19586, pp. 272; 284, note 58-60; F. Fremersdorf, Figürlich geschliffene Gläser: eine Kölner Werkstatt des 3. Jahrhunderts (Römisch-Germanische Forschungen, vol. 19), Berlino 1951, pp. 2, 25-26, passim; L. Séchan, Études sur la tragédie grecque dans ses rapports avec la céramique, Parigi 1926, p. 224 e nota 9 F.; P. Arndt, in Corolla Curtius, Stoccarda 1937, p. 109 ss., tav. 32 ss. Per la gemma Sangiorgi: A. Furtwängler, Gemmen, tav. 42, 7.