ipernefroma
Carcinoma del rene, detto anche carcinoma a cellule chiare, che deriva dall’epitelio dei tubuli renali prossimali. Si tratta della neoplasia renale più frequente negli adulti. Si associa frequentemente alla malattia di Hippel e Lindau (➔ Hippel, Eugen), per una probabile coincidenza fra il gene soppressore tumorale (mutato nell’i.) e quello responsabile della sindrome. L’i. è un tumore molto vascolarizzato, e le sue cellule sono grandi, a citoplasma chiaro. I sintomi dell’esordio clinico sono: ematuria, dolore lombare, massa renale palpabile o evidenziabile all’ecografia e alla TAC, eventuale dilatazione delle vie renali escretrici, per compressione. Nel 30% dei casi coesiste ipertensione per iperproduzione di renina da parte del tumore, e anemia per deficit di eritropoietina. Calo ponderale, anorressia e febbre sono frequenti. L’i. può invadere le vene renale e cava inferiore; spesso provoca metastasi a distanza. Il decorso clinico è condizionato dalla possibilità di eradicare completamente il tumore non metastatizzato con la nefrectomia totale; se sono presenti metastasi, la prognosi è infausta, sebbene alcuni farmaci chemioterapici, il medrossiprogesterone e, soprattutto, l’interleuchina 2 e l’interferone beta riescano ad aumentare la sopravvivenza e a migliorare la qualità di vita. Un anticorpo monoclonale che inibisce il fattore di crescita endoteliale vascolare ha prodotto buoni risultati nelle metastasi da i., che è un tumore ricco di tale fattore. La prognosi dipende anche dal grado istologico di differenziazione delle cellule tumorali, sebbene sia la presenza di metastasi a distanza il fattore predittivo peggiore.