IPEROSTOSI (da ὑπέρ "oltre" e ὀστέον "osso")
È un'esuberante formazione di osso, che può interessare un solo segmento scheletrico nella sua totalità (femore, mandibola) o un gruppo d'ossa, tra loro intimamente connesse (cranio, bacino), o lo scheletro intero, generalmente in forma non armonica, così da derivarne una profonda alterazione nella parziale o generale fisionomia dell'individuo e imprimere in esso qualche attributo di mostruosità. L'iperostosi si differenzia dall'esostosi e dall'enostosi per la più ampia estensione dell'accrescimento osseo. In generale le ossa si fanno tozze, grosse e pesanti: i loro spazî vascolari si restringono e il canale midollare centrale si riduce d'ampiezza.
La sifilide, il diabete, la lebbra, l'avvelenamento cronico da fosforo e da arsenico possono condurre all'iperostosi generale, mentre vi sono malattie caratterizzate da un'iperostosi parziale, quali la leontiasi ossea di R. Virchow, l'osteite deformante di J. Paget e l'acromegalia di P. Marie, nelle quali sono rispettivamente ingrossate le ossa craniche, quelle lunghe degli arti e quelle brevi di questi ultimi e della faccia.