IPERPLASIA (dal gr. ὑπέρ "oltre" e πλάσις "formazione")
Questo termine indica in patologia l'aumento di volume di un organo o di un tessuto dovuto all'aumento di numero degli elementi cellulari che li costituiscono (v. ipertrofia).
Botanica. - Nei vegetali il fenomeno dell'iperplasia consiste nella produzione di tessuti eccezionalmente ricchi di cellule, notevoli anche per dimensioni, che si formano per anormale divisione dalle cellule stesse. Qualunque tessuto, sia meristematico, sia definitivo, primario o secondario, può dar luogo a iperplasie se sottoposto a particolari e anormali condizioni; reagiscono di più i tessuti meristematici, fondamentali ed epidermici, di meno gli altri tessuti definitivi. Le condizioni che possono determinare l'iperplasia sono rappresentate da stimoli traumatici, che originano le iperplasie da ferite (es. legno e sughero di ferita), dall'azione di parassiti animali e vegetali (es. galle, micocecidi e zoocecidi), da cambiamenti nella pressione del turgore (es. tessuti iperidrici) e dall'azione di varie sostanze come glicerina, sali di rame, di sodio, di potassio, cloroformio, ecc., che artificialmente si fanno agire su piante (es. iperplasie sperimentali in alghe, funghi, piante superiori).